Questa settimana si terrà la 17° riunione del Comitato di revisione degli inquinanti organici persistenti e sarà l’occasione per decidere sul futuro dell’UV-328, un additivo chimico tossico che si trova tipicamente in alcuni tipi specifici di plastica. L’eventuale inserimento nell’Annesso A, B e/o C ne determinerebbe la riduzione o l’eliminazione.
UV-328 è un onnipresente additivo ad alto volume, tipicamente utilizzato come stabilizzante ultravioletto (UV) in prodotti in plastica come alcuni prodotti per la cura personale, gomma e rivestimenti. L’UV-328 si trova nell’ambiente e nel biota, anche in aree remote come l’Artico e l’Oceano Pacifico, lontane dalla sua produzione e utilizzo. È stato scoperto che l’UV-328 viene trasportato e può successivamente essere rilasciato da detriti di plastica, che vengono assorbiti ad esempio dagli uccelli marini con successivo accumulo nei loro tessuti e microplastica. Nell’uomo, l’UV-328 è stato rilevato nel latte materno.
La scorsa riunione del Comitato 2021, ha concluso che UV-328 soddisfa tutti i criteri stabiliti nell’allegato D della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (POP), vale a dire persistenza, bioaccumulo, potenziale per il trasporto ambientale a lungo raggio e gli effetti negativi per l’uomo e/o l’ambiente. Adesso la parola spetta alla Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione di Stoccolma che dovrà decidere se eliminare o ridurne l’uso.
La Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti, adottata nel 2001 ed entrata in vigore nel 2004, è un trattato globale che richiede alle parti di adottare misure per eliminare o ridurre il rilascio di Pop nell’ambiente, per proteggere la salute umana e l’ambiente dalle sostanze chimiche che rimangono intatti per lunghi periodi, diventano ampiamente distribuiti geograficamente, si accumulano nel tessuto adiposo dell’uomo e della fauna selvatica e hanno impatti dannosi sulla salute umana o sull’ambiente.
Il comitato ha anche preso in considerazione altre sostanze chimiche e ha adottato il profilo di rischio per il metossicloro, un pesticida utilizzato in sostituzione del Ddt, e ha deciso che è probabile che, a causa del suo trasporto ambientale a lungo raggio, provochi danni significativi alla salute umana e all’ambiente effetti tali da giustificare un’azione globale. Un gruppo di lavoro intersessione proseguirà il lavoro preparando una bozza di valutazione della gestione del rischio che include un’analisi delle possibili misure di controllo per il metossicloro.
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Il comitato ha anche preso in considerazione il declorano plus, un ritardante di fiamma in uso dagli anni ’60, decidendo, a seguito di ampie discussioni, che mentre le informazioni sulla persistenza, il bioaccumulo e il potenziale di trasporto ambientale a lungo raggio erano conclusive, le informazioni sugli effetti negativi erano ritenuto insufficiente per supportare una decisione sul profilo di rischio in questo momento.