Continua la graduale presa di coscienza delle istituzioni nei confronti del drammatico problema dell’inquinamento da Pfas in Italia. A poche settimane dalla denuncia del relatore speciale Onu in missione in Italia, anche la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie accende un riflettore sulle sostanze perfluoralchiliche, i cosiddetti inquinanti per sempre, di cui diversi interferenti endocrini e associati a patologie di vario tipo. La relazione in materia della Commissione Ecomafie, è stata curata dai deputati Stefano Vignaroli (M5S, presidente della Commissione), Chiara Braga (Pd) e Alberto Zolezzi (M5S).
Il caso Spinetta Marengo
“La commissione – spiega Vignaroli al Salvagente – sta seguendo con attenzione il processo Miteni, che riguarda l’inquinamento delle falde acquifere in Veneto ed è un problema grave. Ma non riguarda solo quell’area. Anche in Piemonte, a Spinetta Marengo, c’è la Solvay che produce il C6O4. Qui desta particolare preoccupazione l’autorizzazione data dalla provincia di Alessandria alla Solvay per uno scarico con limiti esageratamente permissivi. Non si può tutelare semplicemente una multinazionale a discapito del rischio salute per i cittadini”. La relazione spiega: “Sull’autorizzazione si riscontrano forti criticità in merito ai limiti imposti allo scarico, che non solo sono troppo alti per poter giungere a bloccare la contaminazione, ma sono stati fissati senza nessun fondamento e per di più in contrasto con la norma del principio di precauzione” e in contrasto con i pareri di Iss e Ispra.
“Lo stato fissi limiti nazionali”
Alla luce del nostro lavoro – dice Vignaroli – è il momento che lo Stato fissi dei limiti ai Pfas che valgano a livello nazionale e evitino che gli enti locali facciano ognuno come gli pare. Per esempio, in Veneto dove c’è un allarme ambientale sono stati fissati, in Piemonte, dove la contaminazione c’è ma non siamo ancora a una situazione drammatica come il Veneto, no. Invece, bisogna agire in tempo per evitare i disastri ambientali”. La Commissione chiede che il ministro Cingolani ponga la questione Pfas al centro della sua agenda politica.