Ancora una beffa per i consumatori italiani che, dall’inizio della pandemia aspettano i rimborsi del prezzo del biglietto pagato alle compagnie aeree, come ad esempio Alitalia, che nel frattempo sono state dichiarate fallite o insolventi. L’analisi, puntuale e per nulla esagerata, è quella di Confconsumatori, a cui non sfugge la situazione di caos che in questi ultimi giorni dell’anno si sta creando per chi sta faticosamente cercando di tornare in possesso di quanto ha pagato per biglietti aerei, prima trasformati in voucher e ora sul punto di diventare carta straccia.
Il ministero del Turismo, con un avviso del 6 dicembre scorso pubblicato il giorno successivo, ha fissato al 31 dicembre 2021 la data di presentazione delle istanze di rimborso da parte dei passeggeri. Un tempo strettissimo, nel periodo delle festività per giunta, che certamente impedirà a molti di poter presentare la domanda, anche in considerazione delle complesse modalità telematiche previste. Confconsumatori a questo punto chiede la proroga dei termini e una semplificazione delle modalità di presentazione delle istanze, oltre che l’aumento del plafond a disposizione dei passeggeri da rimborsare.
PROCEDURA DA SEMPLIFICARE
Oltre ai tempi troppo stretti, rappresentano un’aggravante per i consumatori le modalità (esclusivamente online) attraverso cui dovrà essere presentata la domanda: ovvero tramite compilazione di un format, accedendo alla piattaforma utilizzando le credenziali Spid 2 o Cns (Carta Nazionale Servizi) e successiva firma digitale in formato CAdES. Non tutti i cittadini sono ancora in possesso di tali strumenti digitali che, di fatto, frappongono ulteriori ostacoli all’esercizio dei diritti da parte dei consumatori, spiega l’associazione dei consumatori. E aggiunge: “Né può ritenersi sufficiente, con tempi così stretti, la possibilità di presentare l’istanza tramite un delegato titolare dei predetti strumenti. Infine, tali modalità di presentazione appaiono in palese contrasto con lo stesso decreto del ministero su cui si fonda l’avviso, che parla solo di ‘modalità telematica’, interpretata qui in maniera di molto restrittiva. Doveva essere garantita, infatti, una modalità più semplificata di accesso alla piattaforma”.
LE RICHIESTE DI CONFCONSUMATORI
Attacca Confconsumatori: “Considerando che procedure come quelle sopra esposte, se messe in atto da un’azienda privata, vengono qualificate come pratica scorretta ai sensi del Codice del Consumo, e dunque sanzionabili, ci rendiamo conto di quello che si sta consumando in queste ore sulla pelle dei passeggeri”.
Per questo l’associazione chiede al ministro, al direttore generale, al presidente del Consiglio dei ministri che il termine del 31 dicembre 2021 venga prorogato al 31 gennaio 2022 al fine di consentire a quante più persone di poter presentare l’istanza.
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Non solo: “Chiediamo altresì che vengano affiancate allo Spid o al Cns altre modalità di accesso alla piattaforma più semplificate. Infine, non possiamo non constatare che la stessa somma messa a disposizione, in milione di euro, sia esigua rispetto a quella di cinque milioni originariamente prevista. Rivolgiamo pertanto un appello a tutti i parlamentari affinché venga impegnata con la legge finanziaria in corso di approvazione la somma di almeno ulteriori quattro milioni di euro”.
“La scure della burocrazia digitale ha colpito ancora – commentano la presidente di Confconsumatori Mara Colla e Carmelo Calì, responsabile Turismo & Trasporti dell’associazione – Questo avviso è una vera beffa per i passeggeri, che vedono calpestate le loro legittime aspettative di rimborso. Ci sfuggono i motivi di tali disposizioni, sia per i tempi che per le modalità, ma è certo che a beneficiarne non saranno i consumatori. Ci auguriamo che prevalga il buon senso, prima ancora dei principi di trasparenza e imparzialità, e che le nostre proposte vengano accolte”