Il glifosato viaggia nell’aria attaccandosi alle particelle di polvere e pollini, arrivando anche molto lontano dal luogo in cui viene impiegato. Uno studio condotto dai ricercatori tedeschi dell’Istituto per l’ambiente di Monaco (Umweltinstitut München) e pubblicato sulla rivista Environmental Sciences Europe (Pesticides and pesticide-related products in ambient air in Germany) ha provato che l’erbicida più usato al mondo – probabile cancerogeno per la Iarc dell’Oms – si diffonde per via aerea, trascinato dei venti per distanza medio–lunghe e può arrivare a contaminare aree naturali protette, coltivazioni biologiche fino all’aria che respiriamo.
Fino ad oggi le autorità di regoalmentazione sostengono che i pesticidi dispersi via aerea non vanno molto oltre il loro sito di applicazione, a differenza di quelli diluiti in acqua o impiegati sulle coltivazioni alcuni dei quali sono in grado ad esempio di raggiungere le falde acquifere. Le evidenze però dicono altro.
Valga ad esempio l’incidente nella più grande area di agricoltura biologica europea, la riserva di Schorfheide–Chorin. Qui, il finocchio da agricoltura biologico non è stato approvato per la commercializzazione, perché conteneva alti livelli di pendimetalin. L’Agenzia statale per l’ambiente del Brandeburgo (Landesamt für Umwelt, Brandeburgo) ha commissionato la prima analisi scientifica per registrare tutte le sostanze rilevanti nelle aree colpite mediante il monitoraggio della corteccia d’albero della qualità dell’aria, scoprendo la fonte della contaminazione.
I ricercatori dall’Istituto di Monaco, sulla scorta di quella rilevazione, hanno monitorato tra il 2014 e il 2017 le cortecce degli alberi di una riserva naturale tedesca scoprendo la presenza di pesticidi provenienti dall’agricoltura convenzionale. Non solo. Lo studio, utilizzando campionatori d’aria passivi e filtri per la ventilazione, ha quantificato pesticidi e le sostanze correlate nell’ambiente aereo in 69 siti.
I campioni sono stati analizzati per più di 500 pesticidi e sostanze correlate, incluso il glifosato. In ogni sito di campionamento, sono stati identificati da una a 36 sostanze, comprese località come parchi nazionali e foreste, dove non è prevista la presenza di pesticidi, ad esempio sulla vetta più alta del parco nazionale Harz (13 sostanze) e nella Foresta Bavarese (sei sostanze).”Il trasporto a medio e lungo raggio probabilmente spiega questi risultati“, scrivono i ricercato dell’Istituto di Monaco
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Il glifosato è stato registrato in ogni campione. Molto ricorrenti anche il pendimethalin e il prosulfocarb. Più della metà dei campionatori d’aria passivi conteneva clorotalonil, metolaclor, pendimetalin, terbutilazina, protioconazolo-destio, dimetenamid, prosulfocarb, flufenacet, tebuconazolo, aclonifen, clorflurenolo, esaclorobenzene (HCB) e -esano). I materassini filtranti contenevano anche boscalid.