Vantano in etichetta la presenza di ingredienti, come la spirulina, l’acido glicolico o l’aloe vera che in realtà costituiscono solo una piccola parte del cosmetico finito. Per questo motivo, la società SA S+, proprietaria del marchio Sephora, ha patteggiato una sanzione di 200mila euro: la pratica – spiega la direzione francese anti-frode – può ingannare i consumatori.
L’attenzione della direzione si è concentrata su due maschere per viso a marchio Sephora: “Spirulina stick mask – purificante” e “Blackhead peel-off mask“. Gli ispettori hanno valutato – attraverso analisi di laboratorio – l’effettiva presenza e la quantità degli ingredienti vantati in etichetta, la spirulina per la prima e l’acido glicemico e l’aloe vera per la maschera Blackhead peel-off mask. In entrambi i casi le tre sostanze che avrebbero dovuto essere presenti in maniera prevalente non rappresentavano più dello 0,2% del prodotto finito: una concentrazione talmente bassa – fanno sapere dalla Direzione – che non permette di stabilire alcun effetto dichiarato del prodotto finito .
Per non trarre in inganno i consumatori, la normativa sui prodotti cosmetici vieta infatti di attribuire a un prodotto caratteristiche o funzioni che non ha. Inoltre, le affermazioni cosmetiche devono essere veritiere, sincere e i professionisti devono essere in grado di dimostrarle.
Nel corso della stessa indagine la Direzione ha “ammonito” un’altra azienda internazionale per l’utilizzo di claim che enfatizzavano proprietà particolari di un ingrediente “rinvigorente, rilassante, rinfrescante” senza, tuttavia, nessuna dimostrazione basata sulla concentrazione nel prodotto finito. Inoltre, le analisi dei campioni da parte del servizio comune di laboratorio (Scl) hanno permesso di evidenziare non solo la presenza in quantità insufficiente di alcune sostanze segnalate in etichetta come presenti o utilizzate nella composizione del prodotto, ma anche talvolta la loro totale assenza (es. olio di alloro o burro di karitè).
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