Dazn, cambia le carte in tavola: stop all’abbonamento condiviso

DAZN

Dazn si appresta, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, a porre fine alla “cuncurrency”  cioè alla possibilità di permettere a due utenze collegate allo stesso abbonamento di accedere ai contenuti contemporaneamente da due device che si trovano a distanza l’uno dall’altro. In parole povere con lo stesso abbonamento le partite si potranno seguire solo su un dispositivo alla volta.

Oltre il danno, arriva la beffa per i consumatori come spiega Mauro Vergari dell’Adiconsum: “Gli utenti, già penalizzati da disservizi e scarsa qualità, non potranno scegliere perché l’esclusiva ha ‘cancellato’ la concorrenza e Dazn, non essendo equiparata né a una società di telecomunicazioni né ha una pay tv tradizionale, non dovrà nemmeno rispettare i 30 giorni di preavviso per dare la possibilità di recedere ai consumatori”. Un vero e proprio buco normativo che consente ai colossi come Netflix, Prime, Disney+, di cambiare unilateralmente i contratti senza dover rispettare i termini del preavviso. Ma anche quando fosse stato possibile per gli utenti non ci sarebbe stata comunque alternativa. “Quello che abbiamo sempre chiesto – aggiunge Vergari – è di estendere ai singoli privati l’accordo che Dazn ha sottoscritto con Sky che prevede nei bar e ristoranti di poter continuare a vedere le partite“.

Sentita dal Sole 24 Ore la piattaforma che hsi è aggiudicata i diritti per la Serie A per il 2021-24, in partnership con Tim, si è trincerata dietro un “no comment”. Attualmente, a differenza di Netflix, Dazn non consente di modulare il contratto scegliendo il numero di device attraverso i quali contemporaneamente si può accedere ai contenuti. Oggi infatti l’articolo 8.3 delle condizioni contrattuali consente la “concurrency” ovvero di condividere un abbonamento su più dispositivi.

Gli utenti devono in prima battuta essere liberi di poter scegliere e Dazn non lo ha mai reso possibile“, conclude Vergari che aggiunge: “Qualche spiraglio potrebbe aprirsi con il nuovo Testo unico dell’audiovisivo, ma è chiaro che servono regole per mettere fine a questo Far West“.