Tra le novità introdotte nella manovra da 30 miliardi presentata da Mario Draghi, dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri, ce ne sono alcune di particolare interesse per i consumatori. Sicuramente è una buona notizia quella del taglio delle tasse, per cui è stato stanziato un fondo di 8 miliardi. Serviranno a limitare Irpef, Irap e a finanziare le misure di detrazione fiscale.
Superbonus e altri incentivi
Il superbonus al 110% per l’edilizia verrà riconfermato ma con limitazioni: previsto fino al 31 dicembre 2023, per il 2024 il bonus scende al 70% delle spese sostenute, nel 2025 segue un’ulteriore riduzione con il bonus che cala al 65%. Per gli interventi relativi a case unifamiliari e villette, stabilità una proroga al 31 dicembre 2022, ma solo nel caso il proprietario abbia un Isee fino a 25 mila euro. Confermati, poi, quasi tutti i bonus energetici già in vigore: acquisto di mobili, grandi elettrodomestici, lavatrici, lavasciugatrici, lavastoviglie, frigoriferi e congelatori, ma a condizione che siano finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. Confermato anche il bonus ristrutturazioni facciate, ma con una riduzione del beneficio fiscale sui lavori di rifacimento delle facciate degli edifici: nel 2020 e nel 2021 il bonus è stato al 90%, l’anno prossimo sarà al 60%.
Contenimento bollette
2 miliardi di stanziamento serviranno invece per limitare l’effetto dell’aumento delle materie prime energetiche in bolletta: come già annunciato, cresceranno ma di una percentuale ben sotto quel 30-40% paventato dal ministro per la Transizione ecologica, Cingolani, a settembre.
La fine del cashback
Addio invece al cashback: la misura voluta e sostenuta nonostante le polemiche dall’ex premier Giuseppe Conte, per spingere i consumatori ad acquistare con la carta di credito invece che con i contanti, con lo scopo di limitare l’evasione fiscale, in cambio di un ritorno economico, non ha convinto il nuovo esecutivo. Peccato, però, a fine esperimento, non avere a disposizione dati pubblici per capire se l’operazione abbia effettivamente aumentato gli introiti nelle casse del fisco oppure se il gioco non sia valso la candela.
Stretta su pensioni
Le cattive notizie arrivano soprattutto sulle pensioni: finisce quota 100, che rimane solo per i lavori usuranti (tra questi sono stati inseriti maestre e maestri delle elementari), e si passa a quota 102 (64 anni d’età e 38 di contributi) ma solo per il 2022, poi si passa a quota 104. Prorogata anche l’Ape sociale e opzione donna, ma con limitazioni (per quest’ultima bisognerà avere 60 anni e non 58 per accedervi) e per un anno soltanto.
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