Dal 1° gennaio, i consumatori francesi potranno richiedere questa garanzia per app, servizi di streaming e video on demand, nonché qualsiasi altro contenuto o servizio digitale e anche il software interno dei vari dispositivi. Parigi, infatti ha recepito la direttiva adottata a livello europeo all’inizio del 2019, che prevede l’estensione della garanzia legale di conformità ai contenuti e ai servizi digitali.
Cosa cambia
Fino ad ora, infatti, questa garanzia si applicava ai beni fisici e ai contratti di vendita, mentre dal 1° gennaio 2022, come ricorda Que Choisir che riporta la notizia, saranno coperte anche le applicazioni mobili, i servizi di streaming audio (Deezer, Spotify) e video (Netflix, OCS, ecc.) nonché i servizi Vod (video on demand). Esclusi dalla normativa i giochi d’azzardo e le scommesse online, oltre ai servizi finanziari e amministrativi. La garanzia sarà applicata ai contenuti e ai servizi forniti in cambio di dati personali.
Le zone d’ombra
Rimane il problema di definire in maniera chiara il quadro entro cui i fornitori di servizio rientrano o meno nella nuova legislazione. Per esempio, partendo dal clamoroso blackout di qualche giorno fa di Facebook, Wahtsapp e Instagram, durato ben 5 ore, in quel caso i dati personali ceduti al social in cambio di un servizio sono sufficienti a configurare una sorta di garanzia e quindi un rimborso per casi simili futuri? E poi, sarà facile dimostrare che un “difetto del servizio digitale”, come un download che “si blocca” è responsabilità del fornitore e non di una parte terza che non dipende da lui?
Come funzionerà in Francia
Secondo il recepimento francese, come spiega Que Choisir, la garanzia sarà comunque di 2 anni in caso di transazione una tantum (acquisto di un film su piattaforma, download di un file), e la sua durata sarà identica a quella dell’abbonamento in caso di servizio (tipo di abbonamento a un servizio di streaming). In caso di qualsiasi difetto, i consumatori potranno quindi rivendicare la conformità entro 30 giorni, gratuitamente. E, in mancanza, dovranno ottenere uno sconto o la possibilità di rescindere il contratto.
Il caso Dazn e il ritardo dell’Italia
In Italia, recentemente, assediata dai tifosi imbufaliti, è stata Dazn ha concedere un rimborso per un blocco durante lo streaming di alcune partite di serie A. Ma, appunto, è stata una concessione. La legge da noi ancora non lo prevede per questo tipo di servizi. Il governo italiano ha promesso un maxi decreto di recepimento di una serie di direttive (2019/770 e 2019/771) che andrebbero a modificare il codice del consumo, tra cui quella di cui stiamo scrivendo. Entro novembre dovrebbe essere approvato e entro il 1° gennaio 2022 entrare in vigore. Sarà così o andremo incontro all’ennesima procedura d’infrazione? Per ora, come ci conferma Raffaella Grisafi, vicepresidente di Konsumer Italia, “Non risulta nessun recepimento da parte dell’Italia”.
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Novità anche per i software di sistema di smartphone, smartwatch, ecc…
L’aggiornamento del quadro normativo prevede anche la garanzia del software interno dei nostri dispositivi e di ogni altro bene “comprendente elementi digitali”. Si tratta di smartphone, bracciali connessi, orologi connessi, forni connessi, ecc. Tutti gli oggetti connessi e altri dispositivi le cui funzioni richiedono una dimensione software. Il produttore deve informare il venditore del periodo durante il quale si impegna a fornire gli aggiornamenti, ed è responsabilità del venditore informare a sua volta il consumatore.