“Conguagli non dovuti nella bolette dell’acqua, si apre la possibilità di chiedere i rimborsi” spiega in una nota la Federconsumatori.
A fine giugno la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17959/2021, ha dichiarato l’illegittimità del meccanismo di recupero delle cosiddette “partite pregresse”, ovvero i conguagli tariffari previsti dalla delibera Arera n. 643/2013. Tale disposizione aveva dato il via a una pioggia di richieste di conguagli da parte dei gestori, che vantavano nei confronti degli utenti il recupero di somme relative ai consumi precedenti al 2011.
La delibera Arera, in quanto provvedimento amministrativo, non può porsi in contrasto con la legge e nello specifico con l’art. 11 delle Preleggi, che dispone il principio di irretroattività della legge. La recente sentenza smentisce tale orientamento, aprendo le porte alla richiesta di rimborso per chi ha già pagato tali conguagli ritenuti illegittimi.
“Anche per coloro che hanno contenziosi aperti con i gestori si aprono spiragli positivi: questa pronuncia – precisa Federconsumatori – influirà sull’esito del giudizio consolidando le posizioni degli utenti che avevano contestato i pagamenti”. La contestazione delle partite pregresse sulle bollette dell’acqua è una battaglia che Federconsumatori porta avanti da molto tempo: “Questa importante pronuncia dà ancora più forza alle nostre rivendicazioni e consentirà a molti utenti di ottenere giustizia. Invitiamo tutti i cittadini a rivolgersi ai nostri sportelli, presenti su tutto il territorio nazionale, per ricevere assistenza nelle richieste di rimborso. Federconsumatori aprirà confronti sul tema con le associazioni d’impresa rappresentative del settore, con gli Ato territoriali e le autorità competenti a livello regionale”.