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Per aprire le porte al futuro, spesso diventa imprescindibile buttare via gli oggetti obsoleti e fare spazio. Non è chiaro, con tutti gli stop e i rinvii che hanno caratterizzato il lungo percorso verso l’ormai famigerato switch off, se la cosa valga anche per milioni di televisori italiani che potrebbero essere rottamati. A dire il vero, che la necessità di cedere banda alla rete 5G avrebbe costretto la vecchia tv a trasferirsi verso altri standard di trasmissione, era già chiaro nel 2015, quando il decreto Milleproroghe aveva stabilito la necessità di adeguare tutti i nuovi televisori e decoder allo standard Dvb-T2/Hevc a partire dal 2017. Eppure, l’accidentato sentiero che porterà tutti i dispositivi che non sono in grado di leggere questo nuovo standard a non poter trasmettere i canali tv italiani, non vedrà termine prima del 2023.
Bonus tv, per tanti ma non per tutti
Nel frattempo, l’Italia si è mossa prima con un bonus per favorire l’acquisto di tv-decoder, partito nel 2019 e ancora valido, e poi con l’agevolazione per la rottamazione dei vecchi televisori, attiva dallo scorso 23 agosto. Data la grande quantità di input forniti dagli ultimi governi sul tema, il Salvagente ha deciso di dedicare uno speciale nel numero di settembre allo switch off, spiegando ai lettori come e quando avverrà, e come ed entro quando si può usufruire dei bonus messi in campo per evitare di ritrovarsi uno schermo non sintonizzato al posto del proprio programma preferito Rai, Mediaset o di un’altra rete. Prima di tutto, però, bisogna capire se il proprio dispositivo è adatto a leggere i nuovi standard di trasmissione o no. In questo secondo caso, a seconda delle esigenze si pone davanti al consumatore un nuovo bivio: decoder o televisore nuovo. Una scelta che ha un peso anche ambientale non da poco, vista l’enorme mole di rifiuti elettronici che con il nuovo bonus rottamazione tv finiranno nella filiera dello smaltimento, si spera quanto più possibile improntata al rispetto delle regole, diversamente da quanto alcuni scandali passati hanno mostrato.
Il confronto tra 12 modelli
Nel numero di settembre del Salvagente, proviamo a rispondere a queste domande, a partire da quelle più comuni per chi ha intenzione di chiedere il bonus tv. Inoltre, per chi volesse approfittare delle agevolazioni per comprare un nuovo televisore, proponiamo il confronto che il magazine francese 60 Millions de consommateur ha pubblicato, nel numero di agosto, tra 12 modelli molto comuni, dai 48 ai 50 pollici e con diverse tipologie di schermo. Le marche confrontate sono Lg, Philips, Sony, Samsung, Panasonic, Hisense, Sharp, Listo e Tcl. Com’era prevedibile, a primeggiare sono i modelli Oled, una tecnologia che consente un salto di qualità nel video, soprattutto per i contrasti e il nero. Del resto, il costo medio di questi prodotti supera ampiamente i mille euro e doppia mediamente la fascia di prezzo degli Lcd. Ma se vogliamo trovare il miglior rapporto qualità/prezzo dobbiamo guardare altrove nella classifica.
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Le caratteristiche a confronto
A formare il giudizio del magazine francese, oltre alla qualità video che ovviamente ha pesato per un 55% del voto complessivo, contribuiscono anche altri aspetto come la qualità audio, che non supera mai la soglia del “buono”, ma che può essere integrata acquistando una soundbar esterna. In ogni caso, per quanto riguarda il suono, è ancora l’Oled LG a primeggiare, grazie ai suoi bassi ben presenti e perfettamente udibili. Valutata anche la facilità di utilizzo e il tipo e la quantità di ingressi. Oltre che i sistemi operativi.
I consigli dell’esperto
“Una scelta intelligente è quella di andare su un modello che ha un sistema operativo Android, – spiega Gianfranco Giardina di Dday, l’esperto che abbiamo consultato per i consigli pratici all’atto dell’acquisto – essenzialmente perché se domani uscisse una nuova app ci sarà una versione per Android. Sony, Philips lo usano. Lg e Samsung, invece, hanno il proprio sistema ma sono comunque ben supportati perché sono grossi marchi. Non si può dire lo stesso di altri.”
Ma in pochi si preoccupano dello “tsunami” di Raee
E l’ambiente? L’enorme mole di “vecchi” tv che finirà gettato rischia di mettere in crisi la filiera dello smaltimento. A ipotizzare una stima è Aura, società che opera nel riciclo dei rifiuti elettronici (Raee), secondo cui potrebbero essere oltre 15 milioni i pezzi da rottamare in circa 15 mesi. “Come operatore del trattamento Raee – spiega Italo Soncini, presidente di Aura, riferendosi al decreto Rottamazione tv – sono certo che andrà a creare un flusso straordinario di vecchie apparecchiature: una sorta di tsunami sulle strutture per lo smaltimento”. Secondo il presidente di Aura, che chiede un contributo più alto, “se i produttori, attraverso i consorzi, dovessero pagare quanto pagano oggi per ogni tonnellata smaltita, non sarebbe sostenibile trattare i tv separandone tutti i componenti per farli diventare materiale post consumo come richiede il Pnrr secondo un principio di economia circolare”. In altre parole, verrebbero smaltiti senza recuperare i materiali (che sarebbero semplicemente triturati) e ciò che ne viene fuori andrebbe in discarica o all’estero per una valorizzazione in altre nazioni. In questo senso, il rapporto “Buchi nell’economia circolare” realizzato dall’organizzazione internazionale Basel Action Network insieme a Greenpeace, ha testimoniato come 350mila tonnellate di Raee europei ogni anno finiscano illegalmente in Africa e Asia, in discariche abusive dove vengono lavorati senza standard di sicurezza.