Johnson & Johnson, secondo quanto rivela Reuters, starebbe pensando di affidare a una bad company le cause milionarie di risarcimento per il talco cancerogeno intentate negli Usa da centinaia di consumatori “vittime” del famoso prodotto, con lo scopo di “evitare” i risarcimenti.
La società ha risposto all’agenzia smentendo il piano: “Johnson & Johnson Consumer Inc. non ha deciso di intraprendere alcuna azione sui contenziosi se non quella di continuare a difendere la sicurezza del talco come dimostrano i processi in corso”.
Il Congresso Usa chiede gli atti del piano
Tuttavia il Congresso degli Stati Uniti vuole vederci più chiaro e un panel di deputati ha chiesto a Johnson & Johnson di fornirle tutti i documenti relativi ai piani della società per gestire le passività relative alle cause di risarcimento legate al talco. Il deputato democratico Raja Krishnamoorthi, presidente del Comitato per la supervisione e la riforma della Camera sulla politica economica e dei consumatori, ha scritto che “il panel sta cercando di capire come i piani di J&J possono influenzare le persone che hanno affermato di essere state danneggiate dal borotalco“. Krishnamoorthi ha anche chiesto a J&J di consegnare i documenti per dimostrare quanti finanziamenti avrebbe fornito alla nuova entità societaria: dal livello di finanziamento potrebbe dipendere il futuro dei risarciementi per le vittime.
Bancarotta in due fasi
Ma quali potrebbero essere gli effetti della nuova bad company? Se J&J dovesse procedere nel piano, scrive Reuters, i querelanti che non hanno ancora risolto il contezioso, potrebbero trovarsi ad affrontare una lunga procedura fallimentare con una società probabilmente molto più piccola della “casa madre”. I futuri risarcimenti ai querelanti dipenderanno insomma da come J&J deciderà di finanziare l’entità che ospita le sue passività sul talco.
J&J, riporta ancora l’agenzia, sta valutando l’utilizzo della legge texana sulla “fusione divisiva“, che consente a una società di dividersi in almeno due entità . Per J&J, ciò potrebbe creare una nuova entità che ospiterebbe le passività del talco che poi “dichierarà bancarotta per fermare il contenzioso”. La manovra è nota tra gli esperti legali come una bancarotta in due fasi del Texas, una strategia utilizzata negli ultimi anni da altre società che si trovano ad affrontare contenziosi sull’amianto.