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Meno denunce per i reati a danno di animali ma questo non significa necessariamente che siano stati meno i casi di maltrattamenti nel corso del 2020. La Lav ha repertato la22° edizione di Zoomafia, il rapporto con cui ogni anno l’associazione animalista fa il punto su alcuni reati a danno degli animali (uccisione di animali (art. 544bis c.p.); maltrattamento di animali (art. 544ter c.p.); spettacoli e manifestazioni vietati (art. 544quater c.p.); combattimenti e competizioni non autorizzate tra animali (art. 544quinquies c.p.); uccisione di animali altrui (art. 638 c.p.); abbandono e detenzione incompatibile (art. 727 c.p.); reati venatori (art. 30 L. 157/92); traffico illecito di animali da compagnia (art. 4 L. 201/10).
Quest’anno la Lav si è valsa della collaborazione di 104 Procure Ordinarie, su un totale di 140, pari al 74% del totale, e 25 Procure presso i Tribunali per i Minorenni, su un totale di 29, pari all’86% del totale.
“La flessione riteniamo che in realtà non corrisponda ad una effettiva diminuzione dei crimini contro gli animali, ma che indichi solo una diminuzione delle denunce e dei fatti accertati – sottolinea Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia. – In periodo di emergenza le attività di polizia, anche per quegli organi prioritariamente preposti all’accertamento di tali reati, sono state indirizzate, ovviamente, verso altre emergenze. Se da un lato le condizioni imposte dall’emergenza hanno portato di fatto alla quasi impossibilità dell’accertamento di questi reati, dall’altro questo non vuol dire che tali reati non siano stati consumati, se si considera che circa il 30% dei casi accertati vengono perpetrati in un contesto domestico, familiare o di custodia, ambiti in cui i controlli – di per sé già difficili – hanno risentito notevolmente degli effetti della chiusura. Anzi, altri indici, come quello eclatante delle corse clandestine di cavalli, che si sono tenute regolarmente e spudoratamente anche nel periodo di lockdown, indicano che in realtà i crimini contro gli animali non si sono fermati”.
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I crimini contro gli animali più contestati
Dall’analisi dei crimini contro gli animali consumati in Italia si evince che il reato più contestato è quello di uccisione di animali, art. 544bis c.p., con 2785 procedimenti (432 noti e 2353 ignoti), pari al 36% del totale dei procedimenti per crimini contro gli animali (7708 con 557 indagati) registrati presso le Procure che hanno risposto (129). Per la prima volta da anni, da quando seguiamo l’andamento criminale dei reati a danno di animali, il reato di uccisione di animali si posiziona al primo posto superando quello di maltrattamento di animali. Come sempre, però, la stragrande maggioranza delle denunce per uccisione di animali è a carico di ignoti – nel 2020 hanno rappresentato ben l’84% superando di un punto quelle dell’anno precedente.
Seguono:
- Maltrattamento di animali, art. 544ter c.p., con 2445 procedimenti (1107 noti e 1338 a carico di ignoti), pari circa al 32% dei procedimenti registrati, e 1558 indagati.
- Reati venatori, art. 30 L. 157/92, con 1025 procedimenti (743 noti e 282 a carico di ignoti), pari al 13% dei procedimenti presi in esame, con 968 indagati.
- Abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura, art. 727 c.p., con 960 procedimenti (618 noti e 342 a carico di ignoti), pari al 12%, con 746 indagati.
- Uccisione di animali altrui, art. 638 c.p., con 443 procedimenti (165 noti e 278 a carico di ignoti), pari al 6%, con 253 indagati.
- Traffico di cuccioli, art. 4 L. 201/10, con 29 procedimenti (27 noti e 2 a carico di ignoti), pari allo 0,4% del totale dei procedimenti per reati a danno di animali, con 67 indagati.
- Organizzazione di combattimenti tra animali e competizioni non autorizzate, art. 544quinquies c.p., con 14 procedimenti (11 noti e 3 ignoti), pari allo 0,2%, e 66 indagati.
- Spettacoli e manifestazioni vietati, art. 544quater c.p., con 7 procedimenti (3 noti e 4 ignoti), pari allo 0,1% di tutti i reati contro gli animali registrati, con 72 indagati. L’alto numero degli indagati rispetto al numero dei procedimenti si spiega con l’apertura di due procedimenti, uno a Foggia e l’altro a Catania, con numerosi indagati, molto probabilmente per fatti riconducibili a corse clandestine di cavalli.