Pesticidi, l’effetto cocktail aumenta il rischio di cancro al seno nelle donne in menopausa

protesi mammarie

Il rischio di sviluppare il cancro al seno è più alto nelle donne in sovrappose esposte a 4 prodotti fitosanitari, ovvero clorpirifos, imazalil, malathion e tiabendazolo. E’ la conclusione cui giunge uno studio francese condotto da un team di ricercatori di CNAM, INSERM e INRAE. La ricerca, che esamina l’associazione tra esposizione alimentare a pesticidi e rischio di sviluppare il cancro al seno nelle donne in post-menopausa appartenenti alla coorte del progetto NutriNet Santé, è stato condotto su 13.149 donne in postmenopausa, di cui 169 casi di cancro. I ricercatori hanno misurato l’esposizione a 25 sostanze attive nella composizione dei pesticidi autorizzati in Europa, compresi quelli utilizzati nell’agricoltura biologica.

I risultati

I risultati di questo studio sollevano principalmente due punti. Da un lato, il gruppo di donne in postmenopausa che riflettono una bassa esposizione a diversi pesticidi sintetici ha mostrato un minor rischio di sviluppare il cancro al seno. Al contrario, questo rischio è aumentato nelle donne in sovrappeso esposte a 4 prodotti fitosanitari, ovvero clorpirifos, imazalil, malathion e tiabendazolo.

I meccanismi alla base di queste associazioni potrebbero essere legati alle proprietà cancerogene di alcuni pesticidi organofosfati che causano danni al DNA, deregolamentazione dell’apoptosi cellulare, modificazioni epigenetiche, interruzione del segnale cellulare, legame a recettori nucleari o induzione di stress ossidativo. Si può anche notare che lo IARC ha classificato alcuni pesticidi organofosfati come “probabili cancerogeni per l’uomo” (Gruppo 2A) e “possibili cancerogeni per l’uomo” (Gruppo 2B).

Potenziali interferenti endocrini

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Il potenziale di disturbo endocrino dei pesticidi è stato descritto anche in studi tossicologici e si basa sul fatto che alcuni pesticidi sono connudo per imitare le funzioni degli estrogeni. In effetti, in alcuni studi, i fungicidi azolici, compreso l’imazalil, sono stati associati all’inibizione della biosintesi degli estrogeni. D’altra parte, questi pesticidi sono noti anche per influenzare l’attività mitocondriale e il processo redox.
Un altro importante chiarimento è che, in questo studio, l’aumento del rischio di cancro al seno nelle donne in postmenopausa è stato osservato solo nelle donne in sovrappeso (BMI superiore a 25 kg / m2).

Diversi studi hanno trovato associazioni positive tra grasso corporeo e livelli ematici di pesticidi organoclorurati, con soggetti in sovrappeso che hanno livelli ematici più elevati di questi pesticidi. Tuttavia, è improbabile che ciò accada per i pesticidi organofosfati che non si accumulano nel tessuto adiposo ma non è escluso che ci sia un effetto cumulativo tra l’obesità e l’esposizione ai pesticidi sul cancro. L’associazione specifica nelle donne in sovrappeso potrebbe anche essere spiegata dalle differenze nell’attività enzimatica coinvolta nel metabolismo dei lipidi, che partecipa anche all’idrolisi degli organofosfati. In effetti, alcuni studi hanno mostrato livelli più bassi di attività della paraoxonasi nei pazienti in sovrappeso e obesi. Pertanto, la tossicità di questi pesticidi potrebbe essere maggiore in questo sottogruppo.