Negli ultimi giorni, nelle farmacie si è registrata una vendita spropositata di integratori a base di lattoferrina, una sostanza protettiva contenuta naturalmente nel latte materno. A spingere molti italiani a comprarla è stata la notizia di uno studio autorizzato dal comitato etico del Policlinico Tor Vergata di Roma, pubblicato nel luglio scorso, che indaga sul “ruolo della lattoferrina orale e intra-nasale nel trattamento di pazienti Covid-19 da lieve a moderato e asintomatici per prevenire e trattare la malattia”.
A che serve la lattoferrina e dove si trova
Risultati dello studio
Lo studio ha coinvolto 32 pazienti con Covid-19, età media di circa 55 anni, 22 dei quali presentavano sintomi da lievi a moderati mentre 10 erano asintomatici. Le malattie preesistenti più diffuse erano l’ipertensione, malattie cardiovascolari e demenza (in piccola percentuale). Gli effetti della somministrazione sono stati messi a confronto con quelli ottenuti in un gruppo di controllo composto da 32 volontari sani, negativi ai test per Sars-CoV-2, che non hanno ricevuto alcun tipo di trattamento. Nei 22 pazienti sintomatici trattati si è registrata la remissione dei sintomi in un lasso di tempo compreso tra 15 e 30 giorni, oltre alla la negativizzazione di tutti i pazienti. Quest’ultimo dato in sé non sembra di particolare rilievo, visto che secondo le statistiche dal Covid guarisce naturalmente circa il 98% dei contagiati.
I dubbi degli scienziati
Inoltre, ricorda il blog della Fnomceo, lo studio non è ancora stato sottoposto a revisione critica di altri ricercatori (peer-review), essendo stato inserito in un archivio di articoli in prepubblicazione disponibili alla consultazione. Oltre a questo, “il limite della numerosità estremamente bassa delle persone coinvolte nello studio – riconosciuto anche dagli stessi autori – potrebbe compromettere la validità stessa dei risultati”. Anche il popolare virologo Roberto Burioni ha espresso le proprie perplessità: “Non esiste alcuna evidenza clinica che indichi l’utilità della lattoferrina nel prevenire o curare il Covid-19”. La risposta polemica della ricercatrice che ha coordinato lo studio, Elena Campione, è arrivata in breve: “È ancora doveroso riportare alcune utili evidenze scientifiche per illuminare qualche virologo abituato a vedere più telecamere che pazienti. L’attività antivirale in vitro nei confronti di Sars-Cov-2 si basa sulla capacità della lattoferrina di legarsi al virus e alle cellule dell’ospite inibendo le fasi precoci dell’infezione virale. È stato altresì dimostrato in vitro che la lattoferrina inibisce Sars-Cov-2 anche nella fase post-infezione”. I ricercatori di Tor Vergata hanno annunciato altri studi alla ricerca di conferme. Nel frattempo, a giudicare dalle evidenze scientifiche, l’unica cosa certa è che la lattoferrina fa bene al microbiota e al sistema immunitario dei neonati.