10 tonnellate di cibo tra cui, riso, fagioli, chili di pesce, ortaggi e pollame in cattivo stato di conservazione, agglomerati di semi e miglio etichettati come tamarindo, fecola di patate con conservanti allergenici. Sono solo alcune delle immagini che si sono presentate davanti agli occhi degli agenti della Guardia di Finanza di Torino, una volta entrati nel deposito utilizzato da alcuni ristoranti All you can eat della zona. Siamo a San Salvario, quartiere centrale, multietnico e da un po’ di anni ritrovo di locali notturni per studenti. Come riporta la Stampa, l’elenco di prodotti invendibili è lungo: “La fecola di patate, in realtà , aveva tra l’altro sodio metabisolfito, palmitato e difosfato disodico: conservanti che possono potenzialmente provocare severe allergie al consumatore ingannato. Le confezioni di tamarindo sono risultate essere un agglomerato di semi vari e miglio, erano in parte scadute e in parte etichettate con false indicazioni sulla reale composizione. Nei freezer c’erano chili di pesce, ortaggi e pollame in cattivo stato di conservazione, senza alcuna indicazione sulle date di confezionamento e di scadenza, nonché ricoperti di brina, a riprova che erano stati congelati, scongelati e poi nuovamente congelati. Il tutto tra l’altro conservato in sacchetti di polietilene non destinati a uso alimentare”.
I finanzieri hanno anche scoperto che il titolare del deposito truffava i suoi acquirenti anche sul peso: la bilancia del deposito segnava un etto in più per ogni 9 di peso reale. Per lui è scattata la denuncia per frode in commercio, utilizzo di falsi sigili e per il cattivo stato di conservazione degli alimenti.