Sempre più test sul Covid in Italia. E c’è da prevedere che con l’inizio della scuola e i pericoli di sempre più frequenti contagi i test aumenteranno. Ma cosa accade se si scopre di essere positivi, seppure asintomatici al Covid? Basta l’isolamento di qualche settimana per ritenersi immuni?
Cerchiamo di capirlo attraverso qualche domanda comune e le risposte che si possono dare, stante lo stato attuale delle conoscenze. Conoscenze che abbiamo tratto da fonti affidabili, come la Infectious Diseases Society of America (IDSA), Consumer Reports, Istituto Mario Negri, Istituto superiore di Sanità, ministero della Salute, Ospedale Bambino Gesù.
Ho avuto il Covid-19, ora sono immune?
Uno dei motivi per cui i test anticorpali possono essere utili è vedere chi ha sviluppato l’immunità contro SARS-CoV-2. Ma gli scienziati non sanno ancora se coloro che hanno avuto il COVID-19 sviluppano un’immunità a lungo termine contro il virus. Ha fatto molto scalpore la notizia di casi che hanno sviluppato per la seconda volta la malattia. Anche se molto probabilmente la gran parte derivavano da un test falso negativo che indicava erroneamente un completo recupero, o da un’infezione che era rimasta inattiva e poi riemersa, dicono gli esperti. Tuttavia, c’è stato almeno un caso documentato di reinfezione. Mesi dopo essersi ripreso dalla malattia di COVID-19, un residente di Hong Kong è risultato positivo a un diverso ceppo del virus, sebbene non avesse sintomi la seconda volta.
Dunque è necessario continuare a mantenere le medesime precauzioni indicate a chi non ha mai sviluppato la malattia.
Sono positivo al Covid, per quanto tempo debbo rispettare la quarantena?
Le persone risultate positive al tampone sono dichiarate guarite, e quindi non più tenute all’isolamento, dopo due tamponi negativi effettuati a distanza di almeno 24 ore l’uno dall’altro.
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I dati oggi disponibili indicano che le persone che presentano sintomi lievi da Covid-19 (per cui non è necessario un ricovero) hanno un tampone positivo e sono potenzialmente in grado di trasmettere il virus fino a 15 giorni dall’esordio dei sintomi, e questo dovrebbe essere considerato come il periodo minimo di isolamento.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in modo più cauto, consiglia di mantenere l’isolamento fino a 2 settimane dopo la scomparsa dei sintomi.
Il test che ho fatto dice che ho sviluppato gli anticorpi. Che significa?
La speranza di tutti è che un test anticorpale positivo significhi che possono riprendere la vita in pubblico senza paura. Ma anche se un test accurato identificasse definitivamente gli anticorpi contro SARS-CoV-2, ciò non significherebbe necessariamente che sei immune.
Anche se i test possono confermare la presenza di anticorpi neutralizzanti che aiuteranno a combattere il coronavirus, potresti comunque aver bisogno di un certo livello di loro nel sangue per avere una buona protezione contro la reinfezione, dicono questi esperti. Non sappiamo ancora quale sia quel livello e solo alcuni tipi di test possono misurarlo.
Ho fatto il tampone e sono negativo, posso fidarmi?
L’accuratezza della diagnosi con tampone, spiegano gli esperti, dipende da chi fa il prelievo, da quanto bene va in profondità, da come viene estratto e trasportato il materiale e soprattutto da dove si trova il virus in quel momento. Dunque è plausibile che ci sia un numero, seppure basso, di falsi positivi o, peggio ancora, di falsi negativi che, invece, possono contaggiare.
In generale, se il tampone è fatto bene e se i saggi utilizzati hanno la sensibilità giusta si riduce” la possibilità che sfugga una diagnosi di Covid.
Vorrei essere sicuro, meglio il test sierologico o il tampone?
Il tampone serve per diagnosticare la presenza del virus nell’organismo e quindi a scoprire se c’è un’infezione in corso. I test sierologici, invece, servono per capire se una persona è già entrata in contatto con il nuovo coronavirus.
È importante sottolineare che i test sierologici non sostituiscono il test fatto sul tampone (test molecolare). Solamente il risultato del tampone naso-faringeo dimostra la presenza o meno di materiale genetico virale, dando quindi la conferma dell’infezione in corso.
Il ministero della Salute, in caso di positività ai test sierologici, raccomanda sempre effettuare il tampone.