Un costruttore di automobili i cui veicoli illecitamente manipolati in uno Stato membro sono rivenduti in altri Stati membri può essere convenuto dinanzi agli organi giurisdizionali di questi ultimi. Lo afferma in una sentenza la Corte di Giustizia della Comunità Europa. Il caso è partito dopo che il Verein für Konsumenteninformation (VKI), un’associazione austriaca di tutela dei consumatori, ha proposto dinanzi al Tribunale del Land, Klagenfurt in Austria un’azione risarcitoria contro il costruttore di automobili tedesco Volkswagen a causa dei danni derivanti dall’incorporazione nei veicoli acquistati da consumatori austriaci di un software che manipola i dati relativi alle emissioni dei gas di scarico.
L’associazione aveva chiesto che la Volkswagen fosse condannata a versargli un risarcimento, ma il colosso automobilistico tedesco ha contestato la competenza dei giudici austriaci, che si sono rivolti alla Corte di Giustizia. Nella sua sentenza, la Corte risponde che, qualora taluni veicoli siano stati illegalmente equipaggiati in uno Stato membro (Germania), da parte del loro costruttore, di un software che manipola i dati relativi alle emissioni dei gas di scarico, per poi essere acquistati presso un soggetto terzo in un altro Stato membro (Austria), il luogo in cui il danno si è concretizzato si trova in quest’ultimo Stato membro (Austria).