“Il risarcimento patteggiato da Bayer ha patteggiato per oltre 10 milioni di dollari è praticamente un’ammissione di colpa”. A dirlo è l’Associazione italiana agricoltura biologica. La cifra è stata stabilita per chiudere i quasi centomila contenziosi legali aperti da operatori, che utilizzando per anni il Roundup, diserbante a base di glifosato, hanno contratto il cancro. Restano aperte però altre venticinquemila cause di chi ha rifiutato il patteggiamento. Secondo l’Aiab, oltre alla strategia economica per limitare i danni, dopo diverse sentenze di condanna emesse da Tribunali USA, a risarcimento verso singoli (l’ultima nel maggio 2019) 2questa scelta va letta come una implicita ammissione della multinazionale sulla pericolosità del pesticida ereditato da Monsanto, anche perché la cifra del patteggiamento include 1,25 miliardi di dollari, destinati a tamponare potenziali richieste future da parte di utilizzatori del diserbante che potrebbero sviluppare il linfoma “non hodgkin” nei prossimi anni”.
“Nel 2015 – scrive Aiab – l’Efsa ha prorogato l’uso del glifosato, basandosi su studi mai pubblicati e forniti dalle stesse imprese chimiche che producono il glifosato, in contrasto con le più elementari garanzie di indipendenza e in evidente conflitto d’interessi. In contraddizione anche con il parere dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms (Iarc), che aveva dichiarato l’evidenza di cancerogenicità per gli animali, del pesticida”. Oggi lo stesso ente, confermando tutti i dubbi sollevati dalla proroga del 2015, dichiara che deve essere valutato e chiarito il potenziale genotossico delle formulazioni con glifosato, così come la tossicità a lungo termine, la cancerogenicità e il potenziale di interferenza endocrina delle formulazioni. Esattamente quanto denunciato da anni dalla Coalizione Stop Glifosato, fortemente voluta da Aiab, che in virtù di questi dubbi e dei numerosi lavori scientifici che evidenziano la pericolosità del glifosato, ha chiesto l’applicazione del principio di precauzione.
Aiab ripropone la richiesta con forza chiedendo, al MiPAAF e alle Regioni, l’eliminazione dai disciplinari di agricoltura integrata e conservativa del pesticida, premiato nei PSR, finche non sia chiarita la relazione tra cancro e Glifosate.