Dall’inizio della pandemia il consumo di acqua in bottiglia negli Stati Uniti è aumentato del 57%: un aumento ingiustificato visto che i governatori dei vari Stati hanno chiaramente rassicurato i cittadini che l’acqua di rubinetto è sicura e non c’è alcun rischio di contagio. Inoltre, forse non tutti i cittadini statunitensi sanno che la maggior parte dell’acqua che acquistano imbottigliata per diversi dollari, proviene dalla stessa fonte di quella che potrebbero bere aprendo il rubinetto di casa loro.
E’ quanto avviene nel Michigan dove Pepsi e Coca-Cola imbottigliano Aquafina e  Dasani utilizzando proprio l’acqua che proviene dalle fonti municipali che riforniscono anche le abitazioni. Con un paradosso in più: mentre i cittadini in ritardo con il pagamento delle bollette – anche solo di poche centinaia di dollari – si trovano a dover fare i conti con l’interruzione del servizio, le due multinazionali possono accumulare debiti su debiti – anche più ingenti – e continuare a produrre come se nulla fosse.
Il tutto è emerso da un’inchiesta di Consumer Report che ha dimostrato – fatture alla mano – i debiti delle due aziende. Tra aprile e luglio 2017, i record di fatturazione mostrano che la Coca-Cola ha avuto un saldo di $ 77.600 che non è stato pagato per tre mesi. Da agosto a novembre di quell’anno, ha portato un saldo di ben $ 287.250 prima di ripagarlo. Da dicembre 2017 a marzo 2018, la società ha avuto un saldo che oscillava tra $ 1.860 e $ 108.170 prima di ripagarlo interamente. Nel frattempo, da dicembre 2018 a febbraio 2019, Pepsi ha avuto un saldo tra $ 1.410 e $ 29.710 fino al suo pagamento. Ad un semplice cittadino basta avere un insoluto di 150 dollari per non vedere più l’acqua sgorgare dal rubinetto di casa propria.
Ma c’è di più. Talvolta questi cittadini senza acqua dal rubinetto sono costretti a ricorrere all’acqua in bottiglia per bere, cucinare e anche garantire la propria igiene personale che, in emergenza epidemiologica è ancora più indispensabile. Insomma una fonte di guadagno non male per la quale Pepsi e Coca-Cola devono ringraziare la Food and drug administration e i regolatori statali che non prevedono particolari oneri a carico delle aziende per l’imbottigliamento di acqua proveniente da fonti municipali.