Partenza a singhiozzo e caos per il portale dell’Inps nel primo giorno di apertura della finestra temporale per la presentazione delle domande per ottenere il bonus una tantum da 600 euro per le partite Iva previsto dal decreto Cura Italia per contrastare la crisi economica legata ala diffusione del coronavirus. Fin dalle prime ora del mattino, infatti, a causa dell’eccessivo numero di contatti risultava quasi impossibile accedere al sito internet dell’Istituto di previdenza per compilare il form e caricare la domanda.
“Dall’una di notte alle 8.30 circa, abbiamo ricevuto 300mila domande regolari. Adesso stiamo ricevendo 100 domande al secondo. Una cosa mai vista sui sistemi dell’Inps che stanno reggendo, sebbene gli intasamenti sono inevitabili con questi numeri”, ha spiegato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico. Ma l’elevata mole di accessi sembra aver mandato in tilt i sistemi elettronici dell’istituto visto che già dal mattino numerose sono state le segnalazioni di malfunzionamenti quando non di accessi con nominativi diversi da quelli reali dei richiedenti. “Scambi di persona” che hanno così esposto in chiaro i dati di utenti assolutamente incolpevoli e inconsci del malfunzionamento. Anche per questoTridico ha invitato tutti alla calma, nel tentativo di frenare la corsa all’accesso: “Non c’è fretta. Le domande possono essere fatte per tutto il periodo della crisi, anche perché il Governo sta varando un nuovo provvedimento sia per rifinanziare le attuali misure sia per altre”.
L’informativa poi rimossa
A creare confusione, però, ci si è messa la stessa Inps che alla vigilia dell’apertura della finestra per la presentazione delle domande aveva pubblicato sul proprio portale una informativa per gli utenti in cui spiegava che “il comma 2 dell’articolo 27 del d.l. 18/2020 prevede che l’indennità in questione è erogata dall’Inps nel limite di spesa complessivo di 203,4 milioni di euro per l’anno 2020. In ragione di quanto sopra, l’Inps riconosce l’indennità in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande”. Parole che sono bastate a creare il caos fra gli utenti e a scatenare le polemiche. Anche politiche. “L’Inps prima precisa il no al ClickDay e oggi conferma che l’indennità verrà assegnata in ordine cronologico. Almeno non prendiamoci in giro: quando ho detto che il Click day non mi piaceva, non mi riferivo al nome, ma a modalità di assegnazione umilianti e sbagliate”, ha immediatamente attaccato la ministra per le Politiche Agricole e Forestali Teresa Bellanova. E a poco è servita la frettolosa retromarcia dell’Istituto di previdenza che prima ha fatto sparire l’informativa incriminata, poi ha emesso un comunicato stampa per spiegare che “non si tratta di un click day. Le domande potranno essere inviate anche nei giorni successivi al 1° aprile, collegandosi al sito e cliccando sul banner dedicato che compare sulla homepage”. In attesa del nuovo provvedimento del governo, però, resta il problema dei limiti di spesa. Cosa che, secondo molti, senza un nuovo rifinanziamento renderebbe la procedura soggetta ad una inevitabile scelta in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande.
Voucher Baby Sitter e congedo parentale
Ad appesantire il traffico sul portale Inps, poi, anche la contemporanea apertura delle procedure per la richiesta di voucher da 600 euro (1.000 per il personale sanitario e delle forze di polizia) per i servizi di baby sitting e per il congedo parentale straordinario da 15 giorni per i genitori di bimbi fino a 12 anni (con stipendio al 50%).
Sospensione dei mutui, prime proteste
“Io c’ho passato tutta la notte ma alla fine ci sono riuscito, mio fratello ancora stamattina ancora no. Ora però per me i problemi sono altri”. E’ la testimoniazna di un piccolo artigiano umbro che stamane ha voluto raccontare la sua esperienza al Salvagente. Non tutto sembra andare per il verso giusto anche sul fronte della sospensione del pagamento delle rate dei mutui fino a 18 mesi. Da più parti, infatti, arrivano segnalazioni di rate saldate in automatico nonostante domande presentate regolarmente. È il caso del nostro lettore che, chiedendo l’anonimato, ci ha segnalato quanto accaduto a lui e alla sua azienda lamentando di essersi trovati addebitati sui conti correnti personali e su quello dell’impresa di cui è titolare tanto il mutuo concesso per l’acquisto della prima casa (domanda di sospensione presentata il 25 marzo) quanto i finanziamenti aziendali (domande di sospensione presentate a due diversi istituti di credito il 19 e il 23 marzo) e il leasing Fca Auto avuto per l’acquisto di un autocarro. In tutte le comunicazioni la spiegazione per la mancata sospensione è quella dell’impossibilità di evadere la richiesta nei tempi necessari a causa della mole di domande ricevute.
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