Non solo aumento della pressione sanguigna e causa di problemi cardiovascolari. Una dieta ricca di sale – appena di 6 g, uno in più della dose giornaliera tollerabile raccomandata dall’Oms – può causare deficienze al sistema immunitario. Lo sostiene uno studio dell’University Hospital Bonn e pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine.
Lo studio si è basato sull’osservazione degli effetti su topi da laboratorio e su volontari umani. I topi sono stati nutriti con una dieta ad alto contenuto di sale dai ricercatori hanno riportato infezioni batteriche molto più gravi. Anche i volontari umani che hanno consumato sei grammi di sale al giorno (un grammo sopra le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità ) hanno mostrato carenze immunitarie “importanti”. Tale apporto di sodio, spiegano gli autori, corrisponde al contenuto di sale in due pasti da fast food al giorno al giorno, più o meno “due hamburger e due porzioni di patatine fritte”, hanno spiegato i ricercatori.
“Siamo stati in grado di dimostrare per la prima volta che l’eccessiva assunzione di sale indebolisce in modo significativo il sistema immunitario”, ha affermato il professor Christian Kurts dell’Istituto di immunologia sperimentale dell’Università di Bonn. Ma sei grammi di sale al giorno a quanti e quali pasti corrispondono? “Questa è approssimativamente la quantità contenuta in due pasti da fast food, cioè due hamburger e due porzioni di patatine fritte“, ha spiegato Kurts. Dopo una settimana di questa dieta, i ricercatori hanno prelevato sangue dai loro soggetti ed esaminato un abbassamento delle difese immunitarie.
Intervistato da FoodNavigator, sui rischi che una dieta molto salata possa “trovare” impreparato il nostro corpo di fronte al coronavirus, Kurts ha spiegato: “Non abbiamo studiato le risposte dei virus, anche se esiste la possibilità che una dieta ricca di sali influisca anche sulle risposte antivirali, perché il meccanismo che abbiamo identificato ha dimostrato ad altri di compromettere la difesa contro la polmonite influenzale”.
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