Coronavirus: 11 le vittime, oltre 325 i contagi in 9 regioni

L’ultima vittima è una donna di 76 anni, positiva al Coronavirus, morta all’ospedale di Trevisto. Nel frattempo sono oltre 325 i contagiati in Italia in 9 regioni. Sono quattro in tutto i minorenni risultati positivi al Coronavirus in Lombardia, due in ospedale (al San Matteo di Pavia e all’ospedale di Seriate in provincia di Bergamo). L’assessore al Welfare Giulio Gallera lo ha spiegato intervenendo a La7. Si tratta di una bambina di 4 anni ora ricoverata all’ospedale San Matteo, due bambini di 10 anni e un ragazzo di 15.

I numeri al 26 febbraio

I casi, al momento sono localizzati soprattutto in Lombardia (240), seguono Veneto (45), Emilia Romagna (26), Piemonte (3), Lazio (3), Sicilia (3), Liguria (2) e Toscana (2).

Le Marche chiudono le scuole (senza focolai)

Le scuole chiudono a Palermo e provincia dopo che tre turisti bergamaschi sono stati trovati positivi al Coronavirus, ma anche nelle Marche con una decisione che ha provocato la reazione del governo.

“Il governatore Luca Ceriscioli si sfila dall’accordo che era stato raggiunto solo poche ore prima nel corso dell’incontro tra governo e Regioni tenutosi alla Protezione Civile e viene meno all’impegno preso con tutti gli altri governatori che invece si stanno attenendo alle disposizioni concordate”. Il commento dei ministri per gli Affari regionali, per l’Università e per l’Istruzione, Francesco Boccia, Gaetano Manfredi e Lucia Azzolina è fortemente critico sull’iniziativa unilaterale di Ceriscioli. L’accordo prevedeva infatti di uniformare le azioni di contrasto alla diffusione del coronavirus in tutti i territori definiti senza focolai. “In particolare, non prevede per questi territori, incluse quindi le Marche, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e delle Università” hanno spiegato i ministri, annunciando di aver impugnato il provvedimento delle Marche.

Anche la Basilicata va da sola

Fa discutere anche la decisione della Basilicata di mettere in “quarantena” tutti i cittadini che provengono da regioni del Nord in cui si sono verificati casi di contagio.

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“Tutti i cittadini che rientrano in Basilicata provenienti dal Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Liguria o che vi abbiano soggiornato negli ultimi 14 giorni dovranno rimanere in quarantena presso il proprio domicilio per 14 giorni, comunicando la propria presenza ai competenti Servizi di Sanità Pubblica”. Così si legge nell’ordinanza firmata dal presidente della Regione della Basilicata Vito Bardi in cui si specifica che saranno i sindaci di tutti i comuni lucani a censire i cittadini provenienti dalle regioni indicate.

Intanto il ministro della Salute Roberto Speranza ha nominato Walter Ricciardi, l’ex presidente dell’Istituto superiore di sanità, come consulente per le relazioni dell’Italia con gli organismi sanitari internazionali.

I numeri aggiornati alle ore 12 del 24 febbraio

Secondo gli ultimi aggiornamenti ufficiali, diffusi alle ore 12 di lunedì 24 febbraio dal commissario straordinario Angelo Borrelli, capo dipartimento Protezione civile,  “al momento risultano contagiate 219 persone in 5 regioni. Nel dettaglio: i casi accertati di Coronavirus in Lombardia sono 167, 27 in Veneto, 18 in Emilia-Romagna, 4 in Piemonte, 3 nel Lazio. I pazienti ricoverati con sintomi sono 99, 23 sono in terapia intensiva, mentre 91 si trovano in isolamento domiciliare. Una persona è guarita, mentre 5 sono decedute”.

I casi nel bergamasco

Intanto trovati 4 casi di coronavirus nel bergamasco, dove è stato chiuso il Pronto soccorso dell’ospedale di Alzano Lombardo: qui un paziente e un infermiere sono risultati positivi. Il Pronto soccorso è in isolamento e si sta valutando se chiudere l’intero ospedale. Gli altri due casi si sono registrati a Seriate e Bergamo.

Divieto di ingresso e di uscita dagli 11 comuni tra Lombardia e Veneto (sono: Vò Euganeo, Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano) colpiti dal contagio del coronavirus; gite scolastiche sospese su tutto il territorio nazionale; manifestazioni sportive bloccate in Lombardia e Veneto a partire dalla serie A; in campo anche l’esercito se la situazione dovesse peggiorare. Nel frattempo scuole, Università, musei, chiusi in tutta Lombardia, Milano incluso dove già da stamattina il sindaco Sala aveva invocato il provvedimento. Università chiuse anche in Friuli Venezia-Giulia e Piemonte.

Sono questi i primi effetti del decreto legge varato ieri sera, sabato 22 febbraio, dal governo “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019” nel quale si specifica: “Nei comuni o nelle aree nei quali risulta positiva almeno una persona per la quale non si conosce la fonte di trasmissione o comunque nei quali vi è un caso non riconducibile ad una persona proveniente da un’area già interessata dal contagio, le autorità competenti sono tenute ad adottare ogni misura di contenimento adeguata e proporzionata all’evolversi della situazione epidemiologica”.

Le misure restrittive nei comuni colpiti dal virus

Tra le misure sono inclusi, tra l’altro, il divieto di allontanamento e quello di accesso al Comune o all’area interessata; la sospensione di manifestazioni, eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato; la sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole e dei viaggi di istruzione; la sospensione dell’apertura al pubblico dei musei; la sospensione delle procedure concorsuali e delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità; l’applicazione della quarantena con sorveglianza attiva a chi ha avuto contatti stretti con persone affette dal virus e la previsione dell’obbligo per chi fatto ingresso in Italia da zone a rischio epidemiologico di comunicarlo al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente, per l’adozione della misura di permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva; la sospensione dell’attività lavorativa per alcune tipologie di impresa e la chiusura di alcune tipologie di attività commerciale; la possibilità che l’accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità sia condizionato all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale; la limitazione all’accesso o la sospensione dei servizi del trasporto di merci e di persone, salvo specifiche deroghe. Si introduce, inoltre, la facoltà, per le autorità competenti, di adottare ulteriori misure di contenimento, al fine di prevenire la diffusione del virus anche fuori dai casi già elencati.

Per quanto riguarda il rispetto delle prescrizioni, chi trasgredirà sarà punito ai sensi dell’articolo 650 del codice penale (arresto fino a 3 mesi e ammenda fino a 206 euro) mentre “il prefetto, informando preventivamente il ministro dell’Interno, assicuri l’esecuzione delle misure avvalendosi delle forze di polizia e, ove occorra, delle forze armate, sentiti i competenti comandi territoriali”.

Gite sospese in tutta Italia

Nel frattempo il ministero dell’Istruzione ha predisposto la sospensione delle gite sul territorio nazionale e all’estero a partire dalla giornata di domenica 23 febbraio. Ecco la nota del Miur: “Il Consiglio dei ministri, nella serata di sabato 22 febbraio, ha definito apposite misure per evitare la diffusione del Covid-19 e ulteriori misure di contenimento. Fra le decisioni adottate, anche quelle relative alla sospensione delle uscite didattiche e dei viaggi di istruzione delle scuole, in Italia e all’estero. Il ministero dell’Istruzione informa che, in attesa dell’adozione formale dell’ordinanza prevista dal decreto approvato in Consiglio dei ministri, per motivi precauzionali, i viaggi di istruzione vanno comunque sospesi a partire già da oggi domenica 23 febbraio 2020. Si ringraziano le scuole e i dirigenti scolastici per la collaborazione”.