Branzini e orate sono confinati in gabbie spoglie e sovraffollate, dove non possono soddisfare i loro bisogni etologici e nuotano in vortice in preda all’apatia. Sono queste alcune delle scene documentate dagli investigatori dell’associazione Essere Animali che hanno visitato sotto copertura diversi allevamenti intensivi di branzini e orate nella zona di Sagiada, a nord della città di Igoumenitsa. E’ da questa zona che proviene più della metà delle importazioni di branzino e orata che arriva sulle nostre tavole. (continua dopo il video)
“Le immagini delle riprese realizzate in diversi impianti mostrano densità di allevamento molto elevate. Il sovraffollamento è fonte di stress cronico per i pesci e ha conseguenze nocive per la loro salute, peggiora la qualità dell’acqua e favorisce la trasmissione di malattie”, dichiara l’organizzazione.
L’uccisione è indubbiamente il momento in cui i pesci sono soggetti alle pratiche più dolorose e disumane. Gli investigatori di Essere Animali hanno assistito alla cattura di branzini e orate che, impauriti, si dimenano nell’acqua e tentano di fuggire. Ammassati gli uni sugli altri all’interno di reti, in assenza di acqua boccheggiano e vengono schiacciati dal peso degli altri pesci intrappolati. In tutte le strutture visitate i pesci vengono gettati, ancora vivi, in contenitori ricolmi di acqua e ghiaccio, dove si contorcono in un’agonia interminabile. Infatti, la perdita di coscienza non è immediata e soffrono per decine di minuti prima di morire di congelamento e asfissia.
“L’immersione in acqua e ghiaccio senza stordimento preventivo è una procedura che causa ingiustificata sofferenza nei pesci. Si tratta di una pratica di macellazione che l’Organizzazione mondiale della sanità animale (OIE) considera inadeguata. Di conseguenza, il suo impiego costituisce una chiara violazione delle norme internazionali dell’OIE”, specifica l’organizzazione.
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Tuttavia l’immersione in acqua e ghiaccio di pesci pienamente coscienti è ancora il metodo più comune utilizzato per abbattere branzini e orate, non solo in Grecia, ma anche negli altri stati dell’Unione europea, Italia compresa.