Alla fine il taglio dell’Iva sugli assorbenti femminili ci sarà, tuttavia non riguarderà tutti i tamponi ma solo quelli biodegradabili e biocompostabili per i quali l’imposta sul valore aggiunto passerà dal 22 al 5%. Una vittoria a metà per chi aveva sperato in una riduzione dell’Iva su tutte le tipologie di assorbenti. Questa misura sembra più il tentativo di spostare gli acquisti su prodotti eco-friendly piuttosto che quello di smettere di considerare gli assorbenti un bene di lusso.
Cosa sono gli assorbenti biocompostabili e biodegradabili?
Questo tipo di assorbenti sono in genere realizzati in fibra di amido di mais e con cotone biologico, non contengono lattine e non sono stati trattati con il cloro: ovviamente in etichetta deve essere esplicitamente indicato che sono biodegradabili e biocopostabili. Non basta, infatti, che siano stati prodotti con cotone biologico: questo requisito rende gli assorbenti esclusivamente ipoallergenici. A differenza di quelli “tradizionali” sono facilmente smaltibili in quanto non contengono alcune sostanze, come gli sbiancanti che sono inquinamenti e di difficile smaltimento.
A questo punto c’è da chiedersi se questa riduzione dell’Iva si trasformerà in un risparmio per le donne. In genere gli assorbenti bio costano poco di più rispetto ai tradizionali: si va dall’1,98 euro degli assorbenti a marchio Vivi Verde Coop ai 4,12 dei tamponi Organyc.