Il servizio di recapito di Poste Italiane, specialmente delle raccomandate, è nel mirino dell’Antitrust che ha annunciato l’apertura di un’istruttoria nei confronti dell’azienda per la violazione del Codice del Consumo. In particolare, le ipotesi su cui si concentrerà l’attività ispettiva dell’Autorità sono tre. La prima è che il cliente/mittente che decida di rivolgersi a Poste per inviare una Raccomandata potrebbe essere ingannevolmente indotto ad acquistare un servizio pubblicizzato da claim che ne enfatizzano determinate caratteristiche che, nella sua concreta erogazione non vengono, poi, rispettate.
La seconda ipotesi ha a che fare con il tentativo di recapito della corrispondenza: l’Autorità vuole verificare se i postini siano soliti depositare nella cassetta postale del destinatario dell’invio, l’avviso di giacenza del plico raccomandato senza previo accertamento della presenza o meno del medesimo al proprio domicilio. Costringendo quindi il destinatario che voglia entrare in possesso del plico ad esperire procedure alternative previste da Poste, con uno slittamento dei tempi di consegna ed un dispendio di tempo ed energie che non sarebbe necessario qualora il tentativo di consegna venisse realmente effettuato.
Poste, inoltre, avrebbe veicolato messaggi ingannevoli riguardo al servizio di Ritiro digitale, vale a dire la versione evoluta della consegna fisica, delle raccomandate, con riferimento alle relative condizioni economiche e di utilizzo.
Se le ipotesi venissero confermate, Poste Italiane potrebbe ricevere la massima sanzione  amministrativa pari a 5 milioni di euro.
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