Cycocel e Adrop sono ufficialmente due fantasmi. Non esistono più, eppure ci sono. Sono vietati, eppure continuano ad essere utilizzati. Sono loro, ma non sono più loro. Due fantasmi, appunto, che aleggiano sui campi a Sud di Roma e fanno paura. A portarli a galla è stata una inchiesta de Il Venerdì di Repubblica che ha raccontato come il Cycolel e l’Adrop, due fitofarmaci prodotti e commercializzati fino a qualche anno fa rispettivamente da Basf e L. Gobbi, siano utilizzati in alcune zone agricole dell’Agro Pontino in provincia di Latina in colture in cui è impiegata, per lo più, manodopera clandestina.
Una situazione che rischia di riflettersi negativamente sulla filiera legale, e per questo nel nuovo numero in edicola e digitale del Salvagente (qui per l’inchiesta completa e le analisi di laboratorio) abbiamo deciso di fare una prima ricognizione, con un approfondimento d’inchiesta e con un test di laboratorio su pomodori e zucchine coltivati in questa zona.
I sequestri dei Nas
Cycocel e Adrop, però, sono stati vietati in Italia da anni e le aziende hanno smesso di produrli rispettivamente nel 2012 e nel 2009. Come sono arrivati nelle campagne fra Sabaudia, Latina, Fondi e Formia? Una domanda a cui i Nas di Latina stanno cercando di dare risposte da mesi, anche perché Cycocel e Adrop non sono gli unici fantasmi scoperti nella zona e utilizzati nei campi. Secondo quanto emerso, infatti, in questi mesi i militari dei Nuclei antisofisticazione dei Carabinieri avrebbero scoperto in alcuni depositi dell’Agro Pontino numerosi altri prodotti chimici vietati eppure commercializzati e utilizzati nelle colture della zona. Un vero e proprio traffico di prodotti nocivi e pericolosissimi per la salute, sospettano carabinieri e procura, realizzati clandestinamente in laboratori del Sud Italia con formulati chimici importati illegalmente dalla Cina attraverso i porti di Gioia Tauro e Napoli e poi commercializzati al dettaglio attraverso una rete parallela e completamente fuori legge. Un business inquietante e ricchissimo che secondo le inchieste sarebbe completamente nelle mani delle mafie.
Trattamenti illegali anche in Sicilia
Per capire quanto vasto e pericoloso sia questo traffico ci vengono in aiuto i numeri del lavoro dei Nas di Latina che parlano di 12.631 confezioni sequestrate nel 2018 e 2.095 nei primi sei mesi del 2019. Numeri ben al di sopra della media nazionale, avvalorati dalle ultime operazioni che recentemente hanno portato al sequestro di 400 litri di sostanze proibite a un rivenditore di Aprilia, altri 200 in provincia di Frosinone e infine circa 500 chili di prodotti in polvere a Terracina. Il fenomeno però, a quanto è stato possibile ricostruire a oggi, è tutt’altro che recente e non riguarderebbe solo l’Agro Pontino. “Sin dal maggio del 2013, e ancora nello scorso mese di aprile, la nostra società ha segnalato e denunciato alle autorità competenti l’illecita diffusione e commercializzazione in alcune zone, e in particolare in Sicilia e nel Lazio, di confezioni di prodotto con la denominazione Adrop“, ha spiegato infatti in una nota la L. Gobbi. “Girando per le aziende – ha spiegato una fonte dell’azienda – i nostri tecnici avevano riscontrato la presenza di prodotti a nostro marchio contraffatti e abbiamo prontamente presentato esposti alla magistratura. Purtroppo, anche per la reticenza delle aziende interessate, non ci è stato possibile ricostruire l’origine di quei prodotti”.
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Stessa cosa è capitata anche alla società tedesca AlzChem che nel 2017 ha segnalato con un esposto alle Procure di Bari, Reggio Calabria, Latina e Ravenna la grossolana contraffazione di un proprio fitoregolatore utilizzato per regolare la dimensione del grappolo e degli acini nell’uva da tavola o per migliorare il calibro dei kiwi, il Sitofex, realizzato in alcuni laboratori clandestini con principi attivi di importazione cinese. Dalle denunce dell’azienda sono scaturiti sequestri in diverse regioni d’Italia e un processo a Matera. La AlzChem, inoltre, nel maggio 2018 e poi ancora nella primavera del 2019 ha inoltrato esposti al Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari.
Il flusso dalla Cina
Ma “made in China”, secondo quanto emerso dalla riservatezza delle indagini, sarebbero anche altri prodotti irregolari che gli inquirenti hanno scoperto di recente in alcuni magazzini dell’Agro Pontino all’interno di contenitori senza etichetta stoccati e conservati dopo l’utilizzo in assoluta violazione delle leggi in materia. Una situazione allarmante sulla quale, nelle scorse settimane, sono state presentate due interrogazioni al ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova e a quello agli Affari Regionali Francesco Boccia, la prima a firma del senatore Pietro Grasso (LeU), già presidente a Palazzo Madama, e la seconda della vice presidente della commissione Agricoltura alla Camera Susanna Cenni. “Si è venuta a creare – ha spiegato l’onorevole Cenni – una sorta di mercato parallelo di prodotti fitosanitari contraffatti e illegali a basso costo gestito dalla criminalità organizzata. Oltre l’80% dei pesticidi illegali utilizzati in Europa proviene dalla Cina. Si tratta per lo più di prodotti chimici non testati e non soggetti alla regolamentazione vigente, che possono comportare notevoli rischi per la salute degli agricoltori e dei consumatori, danni ambientali su flora e fauna e contaminazione del suolo. L’elevato margine di profitto rende i pesticidi contraffatti e illegali un’area in rapida crescita della criminalità organizzata che sta adottando strategie sempre più complesse come il riconfezionamento e la sostituzione per potenziarne la redditività”.
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