Un linfoma anaplastico a grandi cellule associato a un impianto protesico mammario. È quanto è stato diagnosticate, per fortuna precocemente, da un centro senologico del servizio sanitario della Regione Toscana dopo la comparsa di un quadro clinico sospetto. Il primo completamento diagnostico (all’Aou Le Scotte di Siena, individuata come struttura di riferimento per questo percorso) è stato possibile entro una settimana, con una successiva fase di ulteriore approfondimento avvenuta in meno di dieci giorni. Tutto grazie ad una sinergia tra centri altamente specializzati del SSR e che ha permesso alla paziente di essere indirizzata alle successive fasi di diagnosi e terapia (all’Aou Careggi), fanno sapere dalla Regione.
Si tratta di uno dei primi e più significativi risultati ottenuti dal piano straordinario regionale, che si aggiunge agli altri casi precocemente intercettati dal sistema di rete, ma per i quali le indagini diagnostiche non hanno confermato il sospetto clinico.
Il piano è stato messo a punto in Toscana quando, nel dicembre 2018, la multinazionale Allergan aveva sospeso in tutta l’Unione Europea la vendita di alcuni tipi di protesi al seno, a causa di un possibile legame con l’insorgenza di un tumore raro. Immediatamente la Regione aveva sospeso tutti gli interventi programmati e dal giorno successivo usato protesi di un’altra ditta e istituito, tra l’altro, un piano di sorveglianza attiva sulle donne che hanno queste protesi.
Ad oggi non sono identificati rischi di salute immediati per le pazienti che hanno ricevuto gli impianti e la prognosi dell’ACLC è del tutto favorevole quando la diagnosi è precoce, con un tasso di guarigione prossima al 100%.