Per fortuna l’aumento dell’Iva sembra scongiurato. Tuttavia alcuni paradossi sembrano destinati a sopravvivere. Tra l’altro, da quando gli scontrini dei supermercati dettagliano i prezzi dei prodotti alimentari e non, indicando per ciascuno la percentuale di Iva, è possibile non solo rendersi conto di quanto l’imposta sul valore aggiunto gravi sul prezzo finale ma anche portare alla luce qualcuno di questi paradossi legali.
Ad esempio, chi sa che l’Iva sulla Nutella è al 10% e che quella sull’acqua minerale imbottigliata è pari al 22%? Per gli scettici, qui sotto lo scontrino che ci ha inviato un nostro lettore (continua dopo l’immagine)
…e quello in cui si evince l’imposta adottata per la crema di nocciole (continua dopo l’immagine)
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Possibile vi chiederete? Sì e basta fare una ricerca per scoprire che proprio nel 2014 l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una risoluzione (11/E del 17 gennaio 2014) con la quale spiega la differenza chimica tra acqua di sorgente e l’acqua minerale concludendo che la prima sconta l’Iva agevolata (al 10%) mentre alla seconda si applica l’imposta ordinaria al 22% e che a fargli compagnia sono pochissimi prodotti alimentari (tra questi le bibite zuccherate, e gli analcolici). Adesso, è vero che il consumo di acqua in bottiglia pone un serio problema ambientale di riciclo della plastica che oggi più che mai non può essere sottovalutato…ma è possibile far scontare l’Iva agevolata ad un prodotto alimentare che potenzialmente può essere causa di problemi di salute? E non c’è solo la Nutella, ci sono anche le patatine in busta che paradossalmente appaiono nella stessa lista dei filetti di pesce, delle nocciole e dei tortellini.