Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione giovedì scorso ha invitato la Commissione europea a fare tutto il possibile per “fermare” l’Ueb, l’Ufficio europeo dei brevetti a non concedere brevetti su frutta e verdura ottenuti da processi di coltura convenzionali, come l’incrocio. “Un accesso libero alle informazioni e al materiale vegetale biologico – si legge in una nota del Parlamento europeo – è essenziale per stimolare l’innovazione e la competitività nei settori dell’allevamento e dell’agricoltura, per sviluppare nuove varietà, migliorare la sicurezza alimentare e affrontare il cambiamento climatico, hanno inoltre sottolineato i deputati nella soluzione non legislativa approvata giovedì”.
Durante il dibattito di lunedì sera, molti deputati hanno affermato che l’accesso alle risorse genetiche non deve essere limitato, poiché ciò potrebbe portare a una situazione in cui alcune multinazionali detengono il monopolio sul materiale di coltivazione delle piante, a scapito degli agricoltori e dei consumatori dell’Unione europea.
Un lungo braccio di ferro
Nel marzo 2015, la commissione allargata di ricorso dell’Ueb, l’Ufficio europeo dei brevetti ha deciso che, nei casi riguardanti i pomodori e i broccoli, i prodotti ottenuti da processi essenzialmente biologici, come l’incrocio, possono ottenere la tutela brevettuale. Il Parlamento europeo ha risposto nel dicembre 2015 con una risoluzione non vincolante, in cui si chiedeva di chiarire le norme Ue e si reiterava l’obiezione alla brevettabilità dei prodotti derivati dalla coltura convenzionale. In seguito all’intervento della Commissione europea nel novembre 2016, l’Ueb ha modificato la propria politica per non concedere brevetti ai prodotti ottenuti tramite processi essenzialmente biologici. Tuttavia, nel dicembre 2018 la commissione tecnica di ricorso dell’Ueb ha respinto tale decisione, sostenendo che la Convenzione sul brevetto europeo abbia la precedenza giuridica sulle norme di attuazione dell’Ueb. Infine la risoluzione approvata giovedì precede la scadenza del 1° ottobre, relativa alla presentazione di dichiarazioni sulla brevettabilità delle piante ottenute naturalmente all’organo di appello finale dell’Ufficio europeo dei brevetti. La palla passa alla neo Commissione.