La filiale francese di Samsung Electronics sta affrontando accuse di marketing ingannevole sulle promesse di etica aziendale. Alla base di tutto ci sono le accuse di violazioni dei diritti dei lavoratori in Cina. La denuncia arriva da due Ong francesi: Sherpa e ActionAid France – Peuples Solidaires. Gli attivisti locali si sono lamentati del fatto che le pratiche del gigante degli smartphone nelle sue fabbriche, compreso l’uso di manodopera minorile, violavano i diritti umani. Come riporta France24,  le accuse preliminari sono state presentate ad aprile contro la società sudcoreana da un magistrato inquirente di Parigi a seguito della denuncia: “Questa è la prima volta in Francia che si riconosce che le promesse di etica aziendale possono essere considerate pratiche di marketing vincolanti per un’azienda”.
Le accuse
Nella loro denuncia depositata nel giugno 2018, una copia della quale è stata vista da Afp, i gruppi hanno accusato Samsung di non rispettare le promesse di etica che apporta sul suo sito web, dove l’azienda oltre a rispettare le leggi e i regolamenti locali, si impegna anche ad applicare un rigido codice di condotta globale e a praticare la gestione etica. “Rispettiamo i diritti umani fondamentali di tutte le persone: il lavoro forzato, lo sfruttamento dei salari e la schiavitù minorile non sono consentiti in nessuna circostanza“, afferma Samsung sul proprio sito web. Ma, basandosi sui rapporti delle organizzazioni non governative che hanno visitato le fabbriche di Samsung in Cina, Corea del Sud e Vietnam, i gruppi attivisti hanno affermato che l’azienda impiegava bambini di età inferiore ai 16 anni. Hanno anche affermato che l’azienda praticava orari di lavoro abusivi, che le condizioni abitative e lavorative non soddisfacevano le condizioni di base della dignità umana e mettevano in pericolo i lavoratori. Nessun commento da Samsung.