Il colore delle lenti degli occhiali da sole? Non affidiamoci al caso

L’acquisto di un occhiale da sole è, non c’è dubbio, una questione di gusti. Ma non solo. Oltre alla qualità delle lenti anche il colore ha un senso e dovrebbe adattarsi all’occhio di chi le indossa. Abbiamo approfondito la questione con il dottor Francesco Loperfido, responsabile del Servizio di Oftalmologia generale dell’Ospedale San Raffaele di Milano e consulente della Commissione difesa vista.
Dottor Loperfido, quali requisiti devono avere gli occhiali da sole, oltre alle lenti scure, perché non facciano danni alla nostra salute?
La lente scura non è di per sé sufficiente per riparare l’occhio dalla luce: occorre tener conto delle frequenze di luce diverse. Gli occhiali da sole devono avere lenti che abbiano la proprietà di abbattere una frequenza di luce, che sia luce blu o che sia ultravioletto. Non occorre che siano scure ma che abbiano le proprietà specifiche per abbattere una frequenza di luce.
Che cos’è la luce blu?
È una luce tra il visibile e l’invisibile nello spettro della luce solare – ma è presente anche come luce artificiale nelle lampadine al led o negli smartphone – che sembra imputata a determinare nel tempo maculopatia. Quando ci troviamo alla luce del sole, soprattutto in montagna, la frequenza non solo dell’ultravioletto ma anche della luce blu è abbastanza alta.
Gli occhiali da sole venduti sulle bancarelle o magari in alcuni negozi di casalinghi hanno un filtro adatto oppure no?
Quando parliamo di occhiali che vengono venduti in situazioni diverse da un negozio di ottica, non sappiamo la fonte di provenienza dei materiali e il rischio è sempre che ci si trovi di fronte a montature con materiali che possono creare allergie, quindi bisogna tener conto sia della congruità della montatura sia della congruità della lente. Protezione all’Uv è un’espressione generica: deve essere scritto protezione all’80%, al 90% ecc. dell’Uv. Infine, oltre alla capacità di abbattere la frequenza di luce, è molto importante la purezza del filtro, che non deve avere aberrazioni all’interno della lente, poiché questa può determinare nel tempo mal di testa.
Quali conseguenze può avere una persona con problemi di vista se usa occhiali da sole acquistati senza controlli particolari?
Innanzitutto chi ha problemi di vista dovrebbe adeguare la lente da sole al difetto visivo che ha, quindi dovrebbe essere graduata. E colorata. I soggetti miopi devono avere una lente sulla frequenza del marrone mentre gli ipermetropi sul verde o verde/grigio. Sono le frequenze adattabili e sopportate dai soggetti che hanno questi difetti visivi soprattutto se in alto gradiente, cioè molto elevati. Un ipermetrope che usa lenti marroni può avere nausee. La lente può essere colorata in modo totale o degradante ma meglio se fotocromatica, che cambia colore a seconda della frequenza dell’Uv e della quantità di luce blu.
Bambini e adulti devono usare precauzioni diverse?
Non è che l’adulto o il bambino debbano usare occhiali diversi, ma ai più piccoli vanno date più attenzioni. Invece molto spesso ho visto che al bambino si dà un occhiale non adeguato per qualità, si tende a comprarlo alla bancarella invece che in un negozio di ottica. Non dimentichiamo che l’occhio del bambino è estremamente più fragile, vuoi perché è in crescita (tutti i bambini nascono ipermetropi e pian piano l’occhio matura e cresce), vuoi perché ha un particolare fenotipo: occhi di bambini con carnagione chiara, con pigmento chiaro, sono ancora meno protetti dalla luce del sole, quindi rischiano di essere fotofobici e di avere congiuntiviti attiniche (causate da un’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti, ndr).
In che modo la vista di una persona senza difetti visivi può risentire della luce solare senza protezione?
Man mano che andiamo avanti con l’età cambiano la quantità e la qualità della lacrima nonché la qualità e la quantità della trasparenza del cristallino, perché si modifica nel tempo: la cataratta non è una malattia ma un evento fisiologicamente attribuibile all’età come le rughe o i capelli bianchi. Automaticamente i soggetti che hanno poca lacrimazione e un cristallino meno trasparente diventano fotofobici, quindi anche il soggetto virtualmente sano ha bisogno di più protezione per gli occhi man mano che l’età avanza. E la protezione deve essere adeguata all’ambiente. Nel bambino e nella persona anziana questo è ugualmente importante: l’occhiale deve essere super specialistico. Se vado al mare o in montagna devo chiedere lenti di una determinata capacità di abbattimento della luce, specialmente in montagna gli occhi diventano estremamente più delicati e vanno incontro con facilità a congiuntiviti. In sostanza: gli occhiali da sole non sono un elemento di moda, ma una necessità per proteggere i nostri occhi.
E quindi un paio di occhiali da sole non vale un altro.
No, assolutamente no. E dipende anche da ciò che facciamo: ad esempio se faccio vela mi servono occhiali da sole polarizzati perché eliminano il riflesso della luce sulla superficie dell’acqua; devo pensare sia per cosa mi serve, sia per dove mi serve. Se vado in montagna mi servono degli occhiali da sole di altissima capacità di protezione dall’Uv e dalla luce blu, ma che siano curvi per proteggermi anche del vento, soprattutto se pratico sci. Un occhiale non è mai uguale se ho delle patologie oculari. Ho parlato della cataratta, ma vogliamo mettere l’occhio fotofobico di chi ha un’iniziale maculopatia, dove la risposta all’adattamento alla luce e al buio è completamente saltata? Inoltre esistono ormai occhiali specifici per la guida, perché migliorano il contrasto, migliorano l’adattamento quando si passa dalla galleria alla luce esterna e, se il soggetto è molto miope, ne deve avere un paio specifico per il crepuscolo, perché per lui a quell’ora il fastidio della luce è altissimo. Ecco perché l’interazione tra oftalmologo da una parte e ottico dall’altra può portare a occhiali efficienti. E questo taglia spazio a chiunque possa pensare di comprare un occhiale in bancarella.