Non solo pollo e bovino, anche la carne di maiale mostra il fianco all’antibioticoresistenza, il preoccupante fenomeno – l’Oms stima che nel 2050 sarà la prima causa di morte al mondo – dell’inefficiacia degli antibatterici tradizionali nel curare nuovi microbi, veicolo di malattie.
Greenpeace Austria ha testato 14 campioni di carne di maiale (braciole, cotolette e macinato) e in 5 casi (scarica qui tutti i risultati) sono risultati contaminati con i germi MRSA (lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina) o ESBL (un ceppo di Escherichia coli che producono enzimi resistenti) sui quali gli antibiotici tradizionali non hanno efficacia. Su due campioni sono stati rilevati entrambi gli agenti patogeni.
Greenpeace punta il dito contro l’uso massiccio degli antibiotici che vengono somministrati in maniera preventiva agli animali e contro gli allevamenti intensivi, accusati di favorire la trasmissione di patogeni antibioticoresistenti. Solo nella Ue circa 33.000 persone muoiono ogni anno da germi resistenti agli antibiotici.
I consigli per evitare contaminazioni in cucina
Greenpeace consiglia anche i consumatori sulle accortezze da tenere in cucina: “Chiunque cucini carne suina contaminata rischia di entrare in contatto con i germi resistenti”, avverte Sebastian Theissing-Matei responsabile agricoltura di Greenpeace in Austria. “Dopo il contatto con carne cruda, quindi, lavarsi sempre accuratamente le mani e pulire gli utensili da cucina. La carne dovrebbe anche essere sempre ben cotta e, se cruda, non entrare mai in contatto con altri cibi. Al momento dell’acquisto, Greenpeace raccomanda di scegliere la carne biologica. Qui, l’uso di antibiotici è molto più regolamentato.