1.300 a 11. Questi due numeri sono l’impietoso confronto di come sia diverso l’approccio tra Europa e Stati Uniti sulla sicurezza dei cosmetici. 1.300, scrive il Guardian, sono le sostanze chimiche vietate in creme, saponi e trucchi nella Ue, mentre 11 sono quelle bandite dagli Usa.
E così, scrive ancora il Guardian, nei cosmetici americani è possibile trovare la formaldeide, un noto cancerogeno vietato nei cosmetici venduti dall’UE, nei trattamenti di stiratura dei capelli negli Stati Uniti e nello smalto per unghie. I parabeni, legati a problemi riproduttivi, sono esclusi nell’UE ma non negli Stati Uniti, dove si nascondono nella pelle e nei prodotti per capelli.
L’influenza di potenti interessi dell’industria, combinata con un sistema normativo che richiede un alto livello di prova del danno prima di intraprendere qualsiasi azione, ha portato il pubblico americano a essere regolarmente esposto a sostanze chimiche che sono state spazzate via dalle vite delle persone nei paesi come il Regno Unito, la Germania e la Francia, conclude il Guardian.
Poveri americani, verrebbe da dire. Se non fosse che presto potremmo trovarci ad affrontare gli stessi problemi, in nome di una libera circolazione delle merci che preme più della sicurezza dei consumatori.
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È la storia del Ttip, che raccontiamo nel numero in edicola con un’inchiesta di Massimo Solani. Partendo da una notizia che in pochi hanno raccontato: il 15 aprile il consiglio dei ministri dell’agricoltura della Ue ha dato il via libera a due nuovi mandati alla Commissione europea per tornare a trattare con gli Stati Uniti e chiudere entro l’inverno un accordo sul Ttip. A favore dei due nuovi mandati ha votato anche il governo italiano facendo così una retromarcia che ha sorpreso e indignato associazioni e movimenti che pure negli anni scorsi avevano trovato in Lega e Movimento 5 Stelle un appoggio all’opposizione al trattato. Posizione ribadita perfino nel contratto di governo siglato tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Nell’inchiesta del numero in edicola, il Salvagente ha ricostruito cosa c’è in ballo in questa nuova sessione di trattative – ancora una volta rigorosamente condotte in segreto. E tra cibo, farmaci, diritti e, per l’appunto, cosmetici, c’è poco da stare tranquilli.