Gli attivisti di Greenpeace questa mattina si sono resi protagonisti di un’azione dimostrativa davanti allo stabilimento San Pellegrino, il marchio di proprietà della multinazionale svizzera Nestlé: mentre i mari soffocano di bottiglie e imballaggi di plastica, l’azienda aumenta del 13% la produzione di plastica usa e getta. Alcuni attivisti si sono incatenati mentre altri si sono disposti all’ingresso con dei bidoni etichettati con il famoso marchio di acqua in bottiglia, altri si sono appesi a due silos della fabbrica con due grandi striscioni: uno con scritto “Nestlé, Basta Plastica Usa e Getta” e l’altro raffigurante il “Plastic Monster”, simbolo del danno inestimabile che la produzione indiscriminata di plastica causa al Pianeta. L’iniziativa è stata condotta in contemporanea anche in altre sedi della multinazionale: in Svizzera, Slovenia, Kenya, Germania e Filippine.
“Ridurre l’inquinamento da plastica, specialmente negli oceani è una priorità per Nestlé” fa sapere la multinazionale in una nota aggiungendo di “prendere questa responsabilità seriamente e supportare tutti gli sforzi per aumentare la consapevolezza e trovare soluzioni”.
Nestlé sostiene di aver già cominciato a Greenpeace le sue iniziative e per questo si dice sorpresa dell’azione dimostrativa degli attivisti, soprattutto in uno stabilimento, quello di Ruspino, dove “il 90% del peso degli imballaggi è costituito da bottiglie in vetro a cui si aggiunge una piccola percentuale di PET che è una plastica riciclabile al 100% e di alluminio per la produzione di soft drink 1, anche questo riciclabile al 100%.” .