Conad è la prima catena della Grande distribuizione ad aver annunciato l’arrotondamento dello scontrino al multiplo di cinque più vicino, per eccesso o per difetto. “Non è stata una scelta presa a cuor leggero, ma purtroppo gli istituti di credito non sono più in grado di fornire questo tipo di valuta nelle quantità necessarie!, ha fatto sapere Conad, sottolineando che “i prezzi di vendita non sono stati toccati“. La novità riguarderà solo i pagamenti in contanti, a meno che il cliente non si presenti alle casse con l’importo esatto: in quel caso potrà pagare il conto senza arrotondamento, esattamente come accadrà per chi utilizza carte e bancomat.
Da dove nasce questa decisione? Da più di un anno è cessato il conio delle monetine da 1 e 2 centesimi e parallelamente nei pagamenti in contanti sono scattate le nuove regole per gli arrotondamenti previste dall’articolo 13-quater del decreto legge 50 del 24 aprile 2017.
Può capitare quindi di ricevere un conto di 1,99 euro e di leggere sullo scontrino “arrotondamento +/-” per finire dunque a pagare 2 euro se li verso in contanti. Tutto ciò è legittimo? Sì basta che venga specificato e che si rispetti la norma del decreto legge 50/2017 che recita, all’articolo 13-quater comma 2:
“Quando un importo in euro costituisce un autonomo importo monetario complessivo da pagare e il pagamento è effettuato integralmente in contanti, tale importo è arrotondato, a tutti gli effetti, per eccesso o per difetto, al multiplo di cinque centesimi piu’ vicino”.
A conti fatti – e contanti alla mano, se si paga con il bancomat o con l’importo esatto l’arrotondamento non deve avvenire – se il conto fosse stato di 1,96 euro al consumatore dovevano essere chiesti 1,95 euro e non 2.
In conclusione, ricordiamo: le nuove regole dell’arrotondamento avviene solo a condizione che l’intero pagamento avvenga in contanti; per importi pagati tramite carta di credito, bancomat e mobile payment (pagamento attraverso telefono cellulare) non sono previsti arrotondamenti.
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