Diecimila bambini a Bologna sono esposti ogni giorno ad un’aria inquinata, pessima, o, quando va meglio, appena attorno ai limiti di legge. E’ questo il dato più eclatante che emerge dalla campagna “Quanto è pesa l’aria a scuola?”, realizzata tra ottobre e novembre in 238 punti della città (215 scuole, oltre il 70% degli istituti scolastici) grazie ad una collaborazione tra la rete Aria Pesa, composta dai comitati civici e dalle associazioni che si occupano di ambiente, territorio e salute, e la rete dei genitori, che si sono offerti di fare da sentinelle dell’aria nei plessi scolastici in cui vivono, di fatto, i loro figli ogni giorno: dai piccolissimi in età di nido, ai grandi che frequentano le scuole superiori.
Il biossido di azoto
Ad essere misurato, nell’ambito di questo monitoraggio “dal basso”, il biossido di azoto (NO2) – inquinante generato nei processi di combustione, il cui limite di legge si aggira tra i 36,5 e 43,9 µg/m3 – rilevato attraverso l’utilizzo di campionatori passivi, posizionati nelle scuole, talvolta in punti adiacenti a strade trafficate, talvolta nei cortili. E ciò che è emerso, al di là del singolo dato che può avere un margine di errore minimo, è che la complessità della situazione è preoccupante, a maggior ragione se si pensa che all’interno di quel 35% di studenti esposti (10mila unità), 4.500 sono sottoposti ad un’aria anche peggiore della centralina che si trova in un punto molto inquinato del capoluogo (piazza di Porta San Felice), e che serve da indicatore di riferimento. Importante sottolineare che, grazie alla collaborazione con Arpa Emilia-Romagna, i campionatori passivi della rete Aria Pesa sono stati montati anche vicino alle centraline ufficiali: “Abbiamo potuto verificare che il valore relativo dei dati ha una buona revisione e che quindi i risultati possono essere presi come strumento di confronto con quelli di Arpa”, spiega Francesco Luca Basile, docente al dipartimento di Chimica industriale dell’Università di Bologna, coordinatore scientifico del progetto bolognese. Aria Pesa, dunque, a Bologna, dove “peso”, in slang locale, significa “pesante”, concretamente e metaforicamente.
Colpa del traffico
Da sottolineare, inoltre, che il monitoraggio è stato effettuato quando le temperature atmosferiche erano ancora tiepide e quindi la maggior parte dell’inquinamento è probabilmente derivato dal traffico e non dagli impianti di riscaldamento.
A dare l’allarme, e non per la prima volta, anche l’Ordine dei Medici di Bologna, attraverso Alessandro Ballestrazzi, coordinatore dei pediatri: “L’Ordine è in prima linea da tempo su questi temi e anche questa volta dobbiamo constatare che i dati sono molto preoccupanti”, scandisce. E aggiunge: “In 32 anni di professione ho visto la situazione peggiorare moltissimo, a maggior ragione per ciò che riguarda una popolazione fragile come quella dei bambini”.
Perché i bambini sono più a rischio
Che sono vittime, come gli anziani, per più motivi: “Innanzi tutto sono piccoli e gli inquinanti si concentrano più in basso; inoltre la loro capacità respiratoria è minore ma più frequente e ciò fa sì che incamerino più inquinanti degli adulti; infine i loro sono organismi in accrescimento ed è ormai stabilito che vengono danneggiati dal punto di vista cellulare, alle mucose delle vie respiratorie”. I giovani, dunque, sono le categorie più vulnerabili, quegli stessi giovani “che il 15 marzo scorso hanno chiesto alla politica di fare qualcosa perché il loro futuro non sia messo in crisi”, come ricorda Basile, facendo riferimento alla manifestazione mondiale contro i cambiamenti climatici. “C’è poco tempo da perdere”, avverte Ballestrazzi, mentre comunica la presenza del presidente dell’Ordine bolognese Giancarlo Pizza all’assemblea cittadina di giovedì 21 marzo, dove si deciderà concretamente cosa fare per fronteggiare la situazione, a partire dalle richieste da indirizzare alla politica locale, anche in vista della chiusura del piano regionale triennale sull’aria.
I punti più sensibili allo smog
Osservando i dati nel dettaglio (reperibili sul sito www.ariapesa.org) si può senza dubbio notare come la situazione peggiore nel capoluogo emiliano sia sofferta dalle scuole che si trovano vicino alla tangenziale cittadina (su cui ferve la polemica in città da parte dei gruppi ambientalisti che chiedono da 16 anni un monitoraggio). Molto critica la situazione degli istituti posizionati vicino ai viali cittadini, che racchiudono il centro storico. Meglio, ovviamente nei parchi e sui colli, sebbene anche gli spazi verdi del centro risentano della situazione difficile delle strade. Ad osservare poi i dati di alcune nostre scuole, dove sono stati posizionati più campionatori, da un lato all’altro di plessi molto frequentati, si nota che, dal lato in cui è maggiore il flusso di auto di genitori che accompagnano i bambini è peggiore di quello rilevato dal campionatore posto dal lato della secondaria di primo grado, dove i ragazzi magari si muovono già in modo autonomo: “Non possiamo dire con certezza che il risultato sia diretta conseguenza di questa consuetudine, ma possiamo invece affermare con sicurezza che le abitudini di ogni cittadino devono cambiare, insieme all’impegno più importante che si chiede alla politica, perché l’aria possa tornare ad essere migliore e il futuro dei nostri ragazzi non così compromesso”, precisa Basile.
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