Il petto con l’ala non paga dazio. L’Ucraina per aggirare la quota imposta dalla Ue sull’esportazione di carne di pollo si sarebbe inventata tagli di pollame generici, cioè quelli “che entrano in Europa senza pagare dazio”. La denuncia arriva da Paolo De Castro vicepresidente della Commissione agricoltura dell’Europarlamento, contenuta in una interrogazione scritta al Commissario Ue al commercio, Cecilia Malmstroem.
In sostanza, per aggirare i vincoli doganali, che includono tagli come il petto, spiega l’eurodeputato Pd in una nota, gli esportatori ucraini hanno creato “un nuovo taglio di carne di pollo chiamato ‘Breast with cap in’, di fatto il petto a cui hanno aggiunto un’ala”, che viene esportato come i tagli di pollame generici, cioè quelli “che entrano in Europa senza pagare dazio“, denuncia De Castro. “Per non destare sospetti – aggiunge De Castro – questo taglio di carne finiva negli stabilimenti europei di proprietà ucraina e commercializzato nei canali horeca (ristorazione collettiva, ndr) e industriali, dove non c’è obbligo di indicazione d’origine“.
Le importazioni di carni avicole dall’Ucraina sono passate dalle circa 20mila tonnellate del 2014 alle 115mila tra gennaio e novembre 2018. Una quantità, spiega De Castro, “non lontana dalle 186.500 tonnellate che ha esportato l’Italia nel 2017”.
Da qui la richiesta di De Castro alla Commissione Ue di porre fine alla frode commerciale del “petto di pollo ucraino con ala”.