Siamo disposti a girare in città con un’auto bardata di slogan e immagini pubblicitarie? Se non ci importa di dare nell’occhio, il carvertising fa per noi. L’ultima frontiera del marketing può essere una ghiotta opportunità di risparmio per chi cerca un’auto nuova ma fa i conti con budget troppo magri per potersela permettere. Ecco dunque che il carvertising ci viene in aiuto: si tratta di un servizio che permette ai clienti di avere un’auto gratis o quasi, a patto di rispettare una serie di vincoli, primo dei quali quello di lasciare usare la carrozzeria della vettura come pannello per apporre dei banner pubblicitari.
I vantaggi sembrano notevoli: nessun limite di tempo nell’utilizzo del veicolo, rimborso (totale o parziale) del prezzo, un contributo per l’assicurazione Rc-auto e rimborsi per il carburante (con un tetto massimo mensile, di solito fino a 50 euro). A carico del cliente resterebbe solo il bollo. Ci sono però anche altri limiti: innanzitutto non si può comprare l’auto che si vuole, ma solo scegliere tra determinati modelli, acquistabili presso concessionari convenzionati. E, come detto prima, il rimborso del prezzo potrebbe essere solo parziale perché dipende dall’auto scelta (normalmente chi offre questo servizio pone un tetto massimo di rimborso che potrebbe non coprire l’intera spesa di acquisto). Questo rimborso si ottiene attraverso rate spalmate in 5 anni, che vengono bloccate se il cliente trasgredisce i suoi doveri (ad esempio alterando o danneggiando i banner pubblicitari).
Un altro vincolo che caratterizza l’accordo è il cosiddetto wrapping: periodicamente (in linea generale ogni mese) il cliente deve portare l’auto da un carrozziere convenzionato per far apporre sulla carrozzeria la pubblicità delle aziende che, di volta in volta, acquistano lo spazio pubblicitario. E il costo dell’operazione è a carico del cliente automobilista (circa 100 euro mensili per i 60 mesi di durata del contratto).
E ancora: per non trascurare il lato “social” dell’operazione, l’automobilista che ha comprato l’auto con queste modalità deve postare un certo numero di foto o selfie a settimana con l’auto durante le sue attività quotidiane. Deve ovviamente girare parecchio, soprattutto in città, affinché il messaggio pubblicitario abbia la giusta visibilità e parcheggiare in luoghi visibili, così che anche da ferma l’auto sponsorizzata assolva la sua funzione di marketing.
Se si è pronti a tutto questo, alla scadenza del contratto l’auto sarà libera dai banner pubblicitari, si potrà lasciare anche in garage. Fino a quel momento, però, sarà di proprietà della società di marketing. E per questo vale la pena controllare che un’assicurazione vi copra dall’eventuale fallimento e garantisca che non perdiate auto e soldi versati.