L’anemia da carenza di ferro può nascondere e peggiorare malattie croniche

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A volte sono gli stessi medici a sottovalutare, sbagliando, la carenza di ferro e l’anemia che ne consegue. Nonostante infatti riguardi una persona su quattro e causi la morte di oltre 800mila pazienti nel mondo. A lanciare l’allarme sono gli esperti della Società italiana di Medicina Interna (Sim), che durante il loro congresso nazionale, hanno ricordato come l’anemia possa essere la spia di malattie croniche e peggiorarne i sintomi. Come riporta l’Ansa, il presidente della Simi,  Francesco Perticone, spiega: “I medici tendono a considerare il fenomeno un disturbo ‘banale’, a meno che i livelli di emoglobina non arrivino a livelli allarmanti”.

A rischio soprattutto gli anziani

Il problema è preoccupante soprattutto tra gli over 65, e in particolare, gli oltre due milioni di anziani con malattie croniche respiratorie, cardiache e intestinali presentano bassi livelli di ferro.  “Negli ultimi anni invece – prosegue Perticone- si sta osservando che la carenza di ferro nell’anziano rappresenta non solo un fattore predittivo delle malattie croniche, ma ne aggrava anche il decorso”, aumentando il rischio di mortalità e riospedalizzazione.

Uno studio per aumentare la conoscenza

Per questo la Simi ha avviato uno studio su oltre 2mila pazienti, che quantificherà l’impatto dell’anemia da carenza di ferro in alcune delle più diffuse malattie croniche. “Oggi abbiamo a disposizione diverse strategie terapeutiche innovative per far fronte a questo problema, ma dobbiamo aumentarne la conoscenza, anche tra i medici”, spiega all’Ansa Antonello Pietrangelo, presidente eletto della Simi, coordinatore dello studio e direttore Divisione Medicina Interna del Policlinico di Modena. La società di medicina interna riporta infine le 5 regole per una dieta ricca di ferro

Le 5 regole per una dieta ricca di ferro

1) Sì a carni rosse magre, ma anche tacchino e pollo: sono una delle principali fonti di ferro.

2) Una buona assimilazione di ferro è garantita anche dall’assunzione di pesce come salmone, merluzzo e tonno.

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3) Per sfruttare al meglio la minore quantità, o la minore assimilabilità, del ferro presente in verdura, legumi e cereali, il consiglio è di assumere nello stesso pasto alimenti ricchi di vitamina C (come agrumi, pomodori, cavoli, broccoli, peperoni), vitamina A (tuorlo d’uovo, carota, zucca, fegato e olio di merluzzo) e cisteina (contenuta nella carne e nel pesce). Questo accorgimento permette un assorbimento 2 o 3 volte maggiore del minerale.

4) Evitare di assumere a distanza ravvicinata bevande come tè, caffe e cacao, perché riducono l’assimilazione del ferro.

5) Non associare nello stesso pasto alimenti ricchi di ferro con latte e derivati, perché ne riducono l’assorbimento.