L’inizio di un nuovo anno scolastico è un momento emozionante per la maggior parte dei bambini, ma può essere causa di ansie e paure. Anche i bambini più tranquilli e sicuri avranno qualche momento di tensione, e quelli ansiosi o con difficoltà nel separarsi dai genitori saranno più preoccupati del solito. Spiega Ernesto Caffè, presidente di Telefono Azzurro: “È importante che i ragazzi che hanno il coraggio di segnalare il problema o un malessere si sentano sostenuti, creduti e vengano aiutati con attenzione, competenza e sensibilità”. Per questo l’associazione ha messo a disposizione dei genitori alcuni consigli per aiutare il bambino a gestire il ritorno a scuola:
- Sintonizzatevi con le sue preoccupazioni, che possono manifestarsi anche qualche settimana prima dell’inizio di un nuovo anno scolastico. Le cause di angoscia possono essere diverse: la separazione da casa, i compiti difficili, la paura di prendere brutti voti e di non riuscire a integrarsi nel gruppo di coetanei. Le transizioni richiedono un’attenzione particolare: l’inizio della prima elementare o della prima media, ma anche l’arrivo di una nuova insegnante o il trasferimento dell’amico del cuore. Se il bambino esprime qualche tipo di disagio in previsione dell’inizio della scuola, accogliete le sue preoccupazioni con attenzione, senza rinforzare la sua ansia.
- Ascoltate le sue domande, anche se ripetute e insistenti, senza minimizzare (non dire “Andrà tutto bene, non è niente!”). Se si riconoscono e valorizzano gli stati d’animo si aiuta il ragazzo a sentirsi più sicuro. Magari proponendogli di definire insieme una strategia per affrontare gli ostacoli. Ricordate che molto spesso i bambini hanno bisogno di parlare di quello che li preoccupa, ma non vogliono che sia il genitore a risolvere i loro problemi: riconoscere la difficoltà (“So che è dura”) e mostrrsi sicuro che riusciranno a cavarsela. Attenzione a non alimentare l’ansia: non chiedere “Ti fa paura la nuova prof di Matematica?”, ma prova con “Cosa studierete in matematica quest’anno?”, magari mentre comprate i quaderni nuovi. Una domanda lungo il tragitto verso la scuola, o mentre siete in macchina, può funzionare meglio di una conversazione strutturata (“Sediamoci qui e mi racconti”).
- Fate attenzione ai segnali: di frequente, i bambini esprimono le loro paure in modo indiretto. Le difficoltà potrebbero manifestarsi in sintomi fisici come mal di testa, mal di pancia e difficoltà a prendere sonno, o alterazioni delle abitudini alimentari, stanchezza, irritabilità e chiusura in se stessi. Se i sintomi persistono, e il pediatra esclude una patologia, è importante capire la causa dell’ansia. Attenzione a non esagerare però: è difficile per un genitore mandare a scuola un bambino che non ha voglia di andarci, ma tenerlo a casa per evitare una situazione difficile può indirettamente rinforzare l’idea che la scuola è veramente un posto che fa paura.
- Pianificate il momento del saluto. La separazione dal nucleo familiare può essere molto difficile, per bambini e genitori, in particolare il primo giorno di scuola. Se pensate che il bambino possa avere particolari difficoltà al momento della separazione, potrebbe essere utile chiedere il supporto di un’insegnante o di un contatto all’interno della scuola che sia di aiuto, dedicando una particolare attenzione in questa delicata fase di transizione. Nei giorni precedenti, è opportuno introdurre l’argomento con il bambino, in modo da ridurre l’angoscia di situazioni sconosciute e imprevedibili, o addirittura fare una visita alla scuola, magari per consegnare un modulo.
- Tenete sotto controllo il livello di stress: L’inizio dell’anno scolastico può essere fonte di preoccupazione anche per mamma e papà. Cercate di monitorare il livello di stress e non caricatevi di troppi impegni, ma programmate il ritorno alla routine passo per passo. Ricordarsi che l’inizio della scuola è un evento che coinvolge necessariamente il nucleo familiare e porta a rivedere molte delle abitudini. Cercate anche di non trasmettere al bambino i timori. Molto spesso i genitori si preoccupano che i loro figli abbiano molti amici e siano a loro agio nel gruppo classe, ma attenzione a non caricare i bambini di troppe aspettative. Sentirsi chiedere continuamente “Ti sei fatto nuovi amici?” può essere frustrante per un bambino che sta facendo un po’ di fatica a integrarsi. Meglio le domande neutre, “Come è andata oggi?”, o “Dimmi tre cose che oggi ti sono piaciute (o non ti sono piaciute) oggi”.
- Se il disagio persiste e notate (o vieni informato da terzi) che i segnali non diminuiscono o addirittura si intensificano col passare dei giorni, chiedete il supporto di un professionista, come uno psicologo o il pediatra di famiglia.
- Contattate Telefono Azzurro chiamando il numero 1.96.96, gratuito e attivo h24, dedicato a bambini e adolescenti, ma che offre anche consulenza agli adulti. E’ possibile richiedere supporto anche attraverso la chat di Telefono Azzurro, accessibile dal link: www.azzurro.it/chat