Perché un ospedale non si fida della lastra di un altro ospedale?

Caro Salvagente, in vacanza in Grecia mio figlio si è fratturato il dito di un piede. Come immaginerete abbiamo subito fatto una lastra, il dito è stato steccato e al ritorno in Italia, 10 giorni dopo, abbiamo chiesto alla nostra Asl romana una visita. Ci hanno fatto andare al Cto dove mio figlio ha fatto altri Rx e poi ci hanno consigliato una visita al Bambino Gesù.
Neppure una settimana dopo al Bambino Gesù al momento di prenotare la visita ci hanno chiesto un’ulteriore radiografia perché loro debbono averne una loro!!! Costi a parte, è mai possibile che un ospedale non si fidi di un’analisi strumentale così elementare, fatta da un altro ospedale, pochi giorni prima?
Lettera firmata, Roma

La storia segnalata dalla nostra lettrice non è certamente un caso isolato. Ci spiega Alessandro Cossu, di Cittadinanzattiva che “Il medico può chiedere che venga realizzato un nuovo referto perché può aver individuato delle difficoltà di interpretazione di quanto riportato dalla ‘lastra’” E aggiunge: “È ovvio che per evitare di ingenerare dubbi nei pazienti sarebbe opportuno che spiegasse le reali motivazioni della richiesta di ripetizione del referto”.
Detto questo, stupisce che siano le accettazioni di “default” a chiedere la ripetizione dei raggi X di fronte a due lastre, una di un ospedale greco, l’altra di uno romano fatte nel giro di un paio di settimane. C’è solo da augurarsi che si tratti dell’iniziativa poco accorta di un operatore e non di una direttiva dell’ospedale.