CIWF ha lanciato una petizione per convincere Conad a dire addio alle uova da galline allevate in gabbia. L’insegna della grande distribuzione è rimasta l’unica, tra le cinque più importanti, a non averne ancora vietato la vendita: Coop ha smesso di vendere uova da galline in gabbia nel 2010. Auchan, Carrefour ed Esselunga hanno smesso di venderle, o si sono impegnate a farlo, nei primi mesi del 2017, grazie anche al movimento d’opinione creato con le iniziative dell’associazione. Solo Conad sembra non essere sensibile alle richieste dei consumatori e, nonostante abbia preso un impegno sulla linea a proprio marchio, continua a vendere uova da galline allevate in gabbia. Una scelta in totale contraddizione con quanto affermato nelle pubblicità televisive, nelle quali Conad dichiara di fare “scelte di benessere”. (continua dopo il video)
Come si vede nelle immagini del video, le galline allevate in gabbia hanno pochissimo spazio a disposizione, meno di un foglio A4 e non hanno neanche lo spazio per aprire le ali; poggiano le loro zampe su un pavimento di rete metallica, sviluppando così dolorose infezioni. La loro fragilità delle ossa è più accentuata, cosa che le porta a sviluppare lesioni con maggiore facilità e, a causa dello stress dovuto al sovraffollamento e all’impossibilità di muoversi, le galline corrono più rischi di beccarsi l’un l’altra, staccandosi le penne. Per ridurre i danni provocati da questo fenomeno, alle galline viene tagliato il becco dopo pochi giorni di vita, con una procedura molto dolorosa effettuata senza anestesia. In Italia ogni anno sono allevate 35 milioni di galline. Il 62% (circa 21 milioni)sono ancora allevate in gabbia. Con la petizione l’associazione auspica una presa di posizione netta dell’insegna a favore del benessere animale.