La senatrice Paola Taverna (M5S) rilancia la battaglia che il Salvagente porta avanti da tempo, anche con una petizione che ha raccolto migliaia di adesioni, quella per la riduzione dell’Iva sulle bevande vegetali.
La Taverna, infatti, ha presentato un disegno di legge (DDL S. 506 – XVIII Legislatura) per chiedere di abbassare l’Iva dall’attuale 22 al 5% (la nostra petizione chiede il 4%), dopo che un’analoga proposta non aveva fatto in tempo a essere presentata nella scorsa legislatura.
Le bevande vegetali cui ci riferiamo sono quelle prodotte da riso, soia, farro, miglio o avena, alimenti comuni per persone intolleranti al lattosio o che soffrono di celiachia: l’assurdità è che l’Imposta sul valore aggiunto per questi prodotti è al 22% mentre quella sul latte di origine animale destinato alla vendita diretta al consumatore finale è al 4%.
Insomma, gli allergici e intolleranti, chi soffre di malattie genetiche come la galattosemia e forme acute di allergie alle proteine del latte, che causano seri disturbi, sono costretti a pagare a caro prezzo alcuni alimenti che gli servono, mentre a chi soffre di altre patologie come la celiachia, lo Stato prevede un contributo mensile a sostegno degli acquisti loro necessari. Un’ingiustizia e un vuoto di tutela che un intervento legislativo dovrebbe al più presto sanare.
In altri paesi europei l’Iva per questi “latti” sostitutivi è decisamente inferiore: 10% in Spagna, 5,5% in Francia e addirittura detassata in Gran Bretagna, solo per citarne alcuni. In Italia dunque, come afferma Assobio, membro di Federbio, “l’Erario lucra il 18% sulla salute degli allergici al latte”
Il nuovo ddl (Modifica alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, per la riduzione dell’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto relativa alle bevande sostitutive del latte a base vegetale) è stato assegnato alla 6ª Commissione permanente (Finanze e tesoro) del Senato ed è pronto dunque ad iniziare l’iter di esame.
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Questa la relazione che accompagna il testo:
“Per gli affetti dalla malattia rara galattosemia, una rara malattia metabolica, trasmessa per via autosomica recessiva e caratterizzata dall’incapacità di metabolizzare il galattosio, uno zucchero presente soprattutto nel latte, e per coloro che sono affetti da allergia alle proteine del latte, la scelta di bevande sostitutive del latte è obbligata. La grave sintomatologia per i galattosemici comprende deficit neurologici, ritardo di crescita, facilità alle emorragie, ipoglicemia, cirrosi, ingrossamento di milza e fegato, osteoporosi, insufficienza ovarica.
Per gli allergici alle proteine del latte la sintomatologia vede reazioni che possono essere immediate (fino a shock anafilattico e angioedema) o ritardate (orticaria, dermatite, vomito persistente, coliche intestinali, diarrea anche sanguinolenta o stitichezza ostinata, broncospasmo, tosse).
Attualmente le bevande sostitutive del latte, a base di soia, di riso e altri cereali, di mandorle, eccetera, sono assoggettate all’aliquota IVA ordinaria del 22 per cento. Si valuta che dal 4 al 5 per cento dei bambini sia allergico al latte vaccino. Nel 2016 il valore al consumo dei prodotti sostitutivi del latte vaccino nella grande distribuzione è stato di circa 165 milioni.
Il decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, recante istituzione e disciplina dell’imposta sul valore aggiunto, elenca nella tabella A, parte II-bis, i beni e servizi soggetti all’aliquota del 5 per cento.
Il presente disegno di legge è volto a introdurre la suddetta aliquota IVA agevolata (5 per cento) per le bevande sostitutive del latte a base vegetale.”
Speriamo che sia la volta buona.