Abbuffata libera o digiuno forzato? Giunti alle tanto sospirate vacanze spesso ci liberiamo di tutte le regole alimentari faticosamente tenute negli ultimi mesi (quelli della “prova costume”). Ma si può continuare a tenere uno stile alimentare sano senza rovinarci le ferie? Vedaimolo in questa puntata dei “Miti alimentari”.
Dopo una lunga dieta, andando in vacanza perderò tutti i passi avanti fatti finora…
FALSO Spesso associamo la parola vacanze alla completa libertà di comportamento a tavola e anche alla possibilità di togliere ogni freno alle quantità da mettere nei nostri piatti. Purtroppo uno dei primi ostacoli che incontriamo è quello del “buffet tentatore” che da un punto di vista nutrizionale non ci permette bene di regolare le quantità. Vince facile il concetto del “tanto è tutto pagato” e quindi perché non colmare i piatti più volte con la pessima abitudine anche di sprecare tantissimo cibo che dal piatto andrà direttamente nella pattumiera dell’umido. Invece, il buffet può essere un ottimo modo di autoregolarsi, scegliendo ciò che veramente ci piace, mangiando però le giuste quantità e assaggiando sapori nuovi. Un primo consiglio è di essere attenti alle varie insalate, dove talvolta si riciclano alcuni degli ingredienti in esubero dei pasti precedenti, ad esempio con l’aggiunta di salse varie. Queste insalate abbattono, oltre agli sprechi in cucina, anche le nostre residue resistenze per cui poi abbondiamo in maniera compulsiva. Di solito durante il periodo delle vacanze si susseguono, senza stop, snack e rinfreschi vari così, ad esempio, chi ritorna in montagna dalle lunghe escursioni trova frutta, formaggi, salumi, dolci etc. che ristorano l’energia consumata durante la giornata. I parenti e gli amici che hanno atteso il ritorno dai sentieri con ansia e con lunghe partite di carte o letture di quotidiani non hanno però motivo di esagerare con questi momenti snack.
Ho deciso che per le vacanze rinuncio a tutto e al ritorno a casa i sacrifici saranno ben ripagati…
FALSO Questo tipo di scelta è da considerarsi del tutto errata per chi vuole continuare ad avere dei buoni risultati. Le vacanze sono un momento di relax dove, oltre a ritrovare il nostro equilibrio psicologico, occorre rispolverare qualcuna delle nostre naturali attitudini oppure semplicemente rilassarsi con gli amici o la famiglia. Il totale sacrificio farebbe diventare, di fatto, la vacanza un’insostenibile prigione con uno strascico di rimpianti per dei giorni trascorsi in modo sacrificato. Allora la risposta giusta qual è? Approfittiamo della vacanza per riaccendere lo sportivo che letteralmente “alberga” in noi per cui facciamo passeggiate, nuotate, beach volley, insomma bruciamo i grassi che ci accompagnano durante l’inverno per fare da riserva energetica e rispolveriamo l’attività fisica. È logico che l’estate possa essere l’occasione anche per ritrovare i nostri equilibri fisici e quindi iniziare a far ripartire il nostro metabolismo senza le pressioni del lavoro, del traffico e dello stress in generale. La cosa più complessa del ritorno a casa è trovare un posto nel bagaglio per questi buoni propositi e riproporli durante l’anno. Un dato certo è che se a un’alimentazione sana, evitando troppi snack fuori orario o piatti troppo calorici, si affianca una minima attività fisica, saranno gli stessi risultati a farci da stimolo per continuare nel post-vacanze sulla retta via.
Sono in vacanza da qualche giorno e ho scelto di mangiare più frutta e di ridurre molto i grassi…
VERO La vacanza, che sia fatta al mare o in montagna, ci farà perdere molti sali minerali, per cui mangiare più frutta è utile oltre che permetterci di far rifornimento di vitamine e fibre. Così si recuperano quelli persi sudando durante le lunghe passeggiate in montagna o le nuotate in acque cristalline. La risposta migliore è di non precipitarsi sui buffet cercando piatti super conditi, troppo complessi, ma riempiendo il piatto di frutta, di crudité di verdure e di affiancare delle giuste porzioni di carboidrati e proteine e invece ridurre quanto possibile la parte grassa. Il nostro organismo ha raggiunto con l’evoluzione durata migliaia di anni, un perfetto meccanismo per conservare energia nella stagione migliore e usare la riserva energetica accumulata nei mesi più complessi, laddove la caccia e la raccolta del cibo erano difficili. Questo stile di vita poteva consentire certe scelte alimentari e stili di vita molto poco salutistici. Oggi siamo in una società dove clima, temperatura, accesso al cibo, necessità di fuggire da determinati predatori sono diversi, ma tali cambiamenti sono ancora troppo recenti e il nostro metabolismo recita un “soggetto scritto” decine di migliaia di anni fa e non si è ancora adattato alle attuali condizioni di vita. Conclusione della storia, se l’uomo oggi può gestire il clima e le condizioni di vita, tanto più può gestire la sua alimentazione per adeguarla a un metabolismo stimolato dall’esterno in modo del tutto diverso da quanto sia stato programmato migliaia e migliaia di anni fa.
Durante le vacanze è possibile che qualche aspetto della sicurezza dei cibi possa essere meno rigido dopotutto…
FALSO La salubrità e la sicurezza di quello che mangiamo durante le vacanze è un nostro diritto che non possiamo mai dimenticare neanche adducendo cose come “dopotutto la vacanza dura solo pochi giorni”, oppure “tanti ospiti che mangiano contemporaneamente non possiamo pretendere chissà che”, oppure perché “certo, occorre stare nei costi della vacanza”. Queste e altre ragioni sono del tutto inammissibili per sacrificare la nostra salute e tanto più quella dei più piccoli. Parafrasando la frase “dove si mangia in cento si può mangiare in centodieci”, occorre aggiustarla in “dove si è sicuri a tavola da soli si deve essere sicuri anche in cento”. I livelli di qualità sensoriali possono essere sacrificati, quelli nutrizionali e salutistici possono per un momento breve e comunque da non prolungare al ritorno a casa essere dimenticati in parte, ma per la sicurezza microbiologica, chimica etc. di ciò che abbiamo in tavola è sempre bene che i livelli siano i più alti possibili. Paradossalmente laddove più persone condividono un pasto, più i livelli della sicurezza dei cibi dovrebbero essere elevati e controllati. Ingredienti poco freschi, mal preparati ad esempio un pollo o carne di maiale poco cotta, scarsa qualità dei grassi di condimento, oppure una scarsa igiene in generale di dove si mangia o dove si preparano i cibi possono trasformarsi in problemi immediati come tossinfezioni, forme di gastroenteriti, ma anche in dei “pagherò” che possono andare all’incasso anche dopo settimane dal nostro ritorno a casa. Questo pericolo si può verificare per determinate contaminazioni batteriche che si rivelano dopo molto tempo e questo distacco temporale rende spesso complicato il lavoro di chi deve individuare le cause di certe infezioni e associarlo a un sito, un piatto o a un ingrediente.
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