A volte la tentazione è troppo forte: mettere in mano ai figli uno smartphone o un tablet per distrarli e rilassarsi dieci minuti. Meglio resistere e non farlo: i pediatri su questo sono stati chiari. Prima dei due anni di vita, niente aggeggi tecnologici, così come mai durante i pasti e prima di andare a dormire. La raccomandazione arriva dalla Società italiana di pediatria, con un documento ufficale sull’uso di cellulari, smartphone, tablet nei bambini da 0 a 8 anni di età . Secondo le linee guida dei pediatri italiani, pubblicate sull’Italian Journal of Pediatrics, bisogna limitarne l’uso a massimo un’ora al giorno nei bambini tra i 2 e i 5 anni e al massimo due ore al giorno per quelli tra i 5 e gli 8 anni.
L’importanza del buon esempio
le statistiche, da questo punto di vista, non sono rassicuranti: in Italia 8 bambini su 10 tra i 3 e i 5 anni sanno usare il cellulare dei genitori, e il 30% dei genitori usa lo smartphone per distrarli o calmarli già durante il primo anno di vita, il 70% al secondo anno. Come riporta l’Ansa, il presidente della Società Italiana di Pediatria Alberto Villani spiega: “Nessuna criminalizzazione delle tecnologie digitali. Ma come pediatri che hanno a cuore la salute psicofisica dei bambini non possiamo trascurare i rischi documentati di un’esposizione precoce e prolungata a smartphone e tablet”. Le evidenze scientifiche sulle interazioni con lo sviluppo neuro-cognitivo, il sonno, la vista, l’udito, le funzioni metaboliche, le relazioni genitori-figli sono tante. E naturalmente, la differenza la fa l’esempio dei genitori: “È importante – secondo Elena Bozzola, segretaria nazionale Sip – porre ai bambini dei limiti e trovare dei modi alternativi per intrattenerli e calmarli. I genitori dovrebbero dare il buon esempio, limitando l’utilizzo dei device perché i bambini sono grandi imitatori”.