Informale, meno impegnativo, di sicuro impatto visivo. Il buffet non è solo immancabile nei pranzi veloci dei meeting e degli incontri di lavoro, ma anche particolarmente frequente durante la bella stagione, quando si può mangiare all’aperto. Ma spesso sono più gli aspetti negativi di quelli benefici…
Il sistema del pranzo a buffet è apparso solo negli ultimi decenni sulle nostre tavole…
FALSO Nel lontano medioevo tutto il cibo era ben in vista e pronto al suo consumo sia se si trattava di piatti caldi che freddi. Ognuno dei commensali liberamente sceglieva cosa e quanto mangiare, quasi tutto era già suddiviso in porzioni e addirittura i bicchieri di vino erano offerti da un addetto che poi lo ritirava appena vuoto, dalle mani del commensale. Solo dopo è arrivato il servizio “alla francese” dove invece i piatti erano tutti sulla tavola e ognuno mangiava seduto al proprio posto solo quello che giungeva nelle sue immediate vicinanze. Con il servizio alla russa le tavole sono vuote e ben apparecchiate, i camerieri servivano ai commensali i piatti man mano che erano pronti. Questo sistema è vantaggioso perché si riduce il numero delle preparazioni, ogni piatto è ben curato, cotto al punto giusto e gli sprechi sono molto contenuti rispetto al buffet che spesso si trasforma in un sovraccaricare il proprio piatto per poi abbandonarlo su un mobile insieme all’ennesimo bicchiere semivuoto che non toccheremo più per questioni di igiene. Il buffet avrebbe dei vantaggi laddove le persone che vi partecipano sono educate dal punto vista alimentare. Infatti, chi ha problemi di diabete eviterà il tavolo dei dolci e chi ha troppo colesterolo rinuncerà alle portate di carne o ricche di grassi, o ancora chi è celiaco cercherà di assaggiare solo piatti senza glutine a lui adatti. Purtroppo l’attuale società non è solo opulenta e ricca come offerta alimentare, ma è anche poco accorta per cui saremo tentati di assaggiare tutto, in quantità superiori alle nostre forze per poi buttarne gran parte nell’umido.
Il buffet mi permette di assaggiare tutto e di provare pietanze nuove senza problemi
FALSO La bravura di chi ama il buffet è spesso quella di progettare e realizzare delle splendide piramidi alimentari intese nel senso di opere d’ingegno e di equilibrio da far invidia agli antichi egizi. Purtroppo non ci si ricorda che la forza di gravità e l’incomprimibilità dei corpi rendono questi piatti dei veri suicidi gastronomici. Per quanto ci si sforzi, i vari sughi, salse, grassi coleranno dall’alto verso il basso e avremo sul fondo del piatto degli intrugli di sapori che non faranno apprezzare gli sforzi dello chef di farci provare nuovi piatti e emozioni culinarie. Non è raro il caso di vedere mescolati in quello che “non è un piatto unico” ma un “unico piatto” primi piatti, pietanze, contorni vari e in qualche caso salumi, formaggi etc. Unica eccezione che pare sia accettata da tutti è quella di separare i dolci dal resto anche perché una torta al pomodoro o al sapore di patate al forno è davvero ributtante. Tutto questo perché subentra la sindrome del vuoto e per paura di essere secondi si preferisce creare un unico guazzabuglio. La soluzione sarebbe quella di restare calmi, misurare il proprio appetito e le proprie forze scegliendo con cura le cose da assaggiare, senza mescolare profumi, sapori, colori e le varie consistenze a discapito del piacere del cibo. Importante è anche dividere il pranzo in fasi come a tavola col vantaggio di scegliere piatti e quantità creando di fatto dei menù del tutto personalizzati e unici come percorso gastronomico.
Il buffet è una grande fonte di spreco alimentare con un forte impatto ambientale, per questo non amo questo modo di mangiare
VERO Di solito il padrone di casa si bea guardando i tavoli vuoti del buffet e pensando di avere fatto bene sia in termini di quantità che di qualità per i suoi ospiti. Purtroppo, andrebbe fatta la tara con quanto si trova nei vari contenitori dei rifiuti e ci si accorgerebbe che una grande quantità di cibo è andata persa perché non è piaciuto, perché ce n’è troppo nel piatto o nel frattempo si sono adocchiate altre portate più appetitose in arrivo. Questo spreco tipico del buffet, non si verifica col servizio al tavolo e con un menu ben fatto. L’altro aspetto, che sembra secondario, è la quantità di materiale monouso che è usato per pochi secondi. Infatti, a tavola non cambieremmo piatti, posate, bicchieri con la stessa frequenza e superficialità e infatti ci sono regole che stabiliscono oculatamente i vari cambi di posate etc. I sacchi di plastica sono da considerarsi “rifiuti non differenziati” perché la plastica è sporca di sugo o di grassi e si accumulano in misura eccessiva e superflua. In sintesi, un buffet produce una quantità di rifiuti umidi e non differenziati molto elevata e l’impronta ecologica di un buffet, considerando anche il contributo degli scarti alimentari, non è da sottovalutare per chi è giustamente sensibile agli aspetti eco-ambientali.
Spesso dopo una bella cena a buffet non mi sento in piena forma e talvolta mi pento di aver partecipato
VERO Cenare a buffet richiede una minima preparazione fisica perché spesso l’errore che si commette è abusare di alimenti, con dei fritti o grandi porzioni di contorni e ricchi di grassi. Abusare con questi piatti può dare pesantezza, pigrizia intestinale, mal di testa e difficoltà digestive. Nei casi peggiori ci sono problemi di qualità e sicurezza dovuti al riciclo dei prodotti farcendo delle pizze o dei tramezzini oppure usando materie prime scadenti o ai limiti della scadenza. L’attuale diffusione degli “all you can eat” si basa sulla economicità dell’offerta, sulla voglia di misurare il proprio volume dello stomaco e sulla esoticità di alcuni menù etnici, ma non sono la migliore scuola per imparare a mangiare. Il migliore consiglio è valutare chi offre il buffet, le proprie condizioni di salute e la necessità di mangiare tanto e a poco prezzo in alternativa a gustare dei piatti preparati con maggiore accortezza e qualità.
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