Monsanto ha mentito sul glifosato. Per tranquillizzare l’opinione pubblica ha ribadito per anni che l’erbicida “prende di mira un enzima presente nelle piante ma non nelle persone o negli animali domestici” ma la dichiarazione “era falsa o fuorviante”.
È questa l’opinione del giudice distrettuale degli Stati Uniti Timothy Kelly, che il 30 aprile ha emesso la sua opinione dopo aver respinto la mozione di Monsanto di rigettare la causa in cui l’avevano trascinata i gruppi ambientalisti Beyond Pesticides e Organic Consumers Association.
Secondo la corte l’enzima esiste nei batteri animali – un dato testimoniato in letteratura – e la Monsanto lo ha sempre saputo. Logica conseguenza è che l’etichettatura ingannevole di Monsanto nasconde i potenziali effetti sulla salute del glifosato sui consumatori.