Un piccolo e talvolta impercettibile balzello applicato sulla versione femminile di alcuni prodotti. La chiamano “tassa rosa” e colpisce soprattutto i prodotti per la cura della persona. Ma non solo. Da ultimo è stata la rivista tedesca K-tipp a denunciare che la catena Migros vendeva ad un costo diverso la versione femminile dell’uovo di Pasqua Kinder: una piccola somma, 10 centesimi, sufficiente a porsi la domanda: “Perché un costo differente se la qualità del cioccolato è la stessa e pure al sua quantità?”. Nessuna spiegazione se non la difesa della catena che giustificato la scelta sostenendo che “la versione femminile è stata prodotta inquinamento quantità minore”.
Il fenomeno è stato oggetto di dibattito in molti paesi europei tra cui l’Italia. Qualche anno fa anche noi abbiamo contribuito con alcuni esempi la maggior parte validi ancora oggi. Il bagnoschiuma Dove men costa 2,80 euro/400 ml mentre la versione “seta preziosa” costa 3,19 euro/500 ml. Le lamette usa e getta per uomo (Gillette) costano 2,50 euro (una confezione da 4), quelle da donna (Venus Gillette) 3,07 euro. Differenze anche nella versione “pour homme” e “pour femme” di alcuni eau de parfume: se confrontiamo il listino di The one di Dolce & Gabbana, la versione femminile costa 71,90 euro (75 ml) mentre quella maschile 59 euro (50 ml). Differenze anche per Acqua di Giò ( 58,55 euro/50 ml – 35,99 euro/30 ml) e Just Cavalli (39,95 euro/5o ml – 39,26 euro/50 ml).
C’è da dire, tuttavia, che non c’è mai stata i governi che hanno affrontato la questione hanno negato la sua esistenza. E’ il caso della Francia dove uno studio del governo nel 2015 ha confrontato tre categorie di prodotti (rasoi, deodoranti e idratanti) concludendo che non esiste un fenomeno “generale” e che le disparità di costo possono essere sfavorevoli agli uomini o alle donne a seconda dei prodotti.