Nonostante in Italia ben tre milioni di persone soffrano d’asma, solo il due per cento di essi hanno acceso all’immunoterapia allergene specifica, a causa dei costi proibitivi, che nel nostro paese sono tutti a carico delle famiglie. A denunciarlo sono Federasma e Allergie Onlus nella Giornata internazionale dell’asma, il 2 maggio, in occasione delle iniziative di informazione e degli esami gratuiti promossi in molte città italiane.
Costi esorbitanti
Come riporta l’Ansa, la Federazione si batte da anni affinchè il Servizio sanitario nazionale prenda in carico e renda gratuita l’immunoterapia specifica: “Il costo medio per il trattamento è di 500-800 euro annui, a seconda del tipo, e durante il quale il paziente va seguito costantemente dal medico. Una spesa che deve essere sostenuta per almeno 3-5 anni in funzione della risposta al trattamento: essendo a totale carico del paziente, non di rado la terapia viene sospesa per l’impossibilità economica delle famiglie”. Le istituzioni finora sono rimaste sorde alla richiesta nonostante, le linee guida Eaaci (European Academy of Allergy and Clinical Immunology) abbiamo sancito recentemente l’efficacia dell’immunoterapia specifica.  i dati sul reale uso evidenziano un trend decrescente del numero di persone trattate negli ultimi quattro anni.
Fare come in Germania e Francia
Marzia Duse, responsabile del Centro di Allergologia pediatrica dell’Umberto I di Roma e presidente Siaip, Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica dichiara all’Ansa: “Il quadro è preoccupante, in Italia i centri pubblici di pediatria e allergologia per bambini si contano sulle dita di una mano. Quando poi un ragazzo asmatico arriva a 19-20 anni, deve rivolgersi a un reparto per adulti e ce ne sono davvero pochissimi”, mentre l’immunologo-allergologo Giuseppe Smurra aggiunge: “Serve maggiore informazione medica e collaborazione tra diverse specializzazioni, e soprattutto una seria attenzione da parte del Ssn sia per la fase diagnostica dell’asma, che della terapia, che dovrebbe essere gratuita come in Germania o in Francia”.