La “casa intelligente” è oramai una realtà in molte case. Riscaldamenti o condizionatori comandati attraverso lo smartphone, che consentono di tornare a casa e trovare un bel calduccio o un piacevole fresco, luci che si accendono, cambiano colore dal cellulare, tapparelle che si alzano o si abbassano con una app… Insomma quello che solo pochi anni fa appariva come il futuro oggi è diventato abbastanza comune. Quello che ancora si ignora, però, è il rovescio della medaglia: l’elettrosmog che questi sistemi ci portano dentro casa.
La casa “intelligente” di Zimmermann
Può essere molto interessante a questo scopo, l’esperimento riportato da KTipp, uno dei mensili dei consumatori svizzeri a Zurigo, in casa del 44enne Sascha Zimmermann appassionato di tecnologia e domotica.
Dalle misurazioni effettuate, infatti, il solo telecomando dell’impianto di riscaldamento emette 640 millivolt al metro. Un valore 30 volte superiore al valore che non dovrebbe essere superato. La maggior parte dell’elettrosmog misurato in casa di Sascha Zimmermann è “fatto in casa”: dall’esterno arrivavano 400 millivolt per metro per le antenne di telefonia mobile o i dispositivi dei vicini.
Oltre all’impianto di riscaldamento i tecnici hanno misurato i campi elettromagnetici degli altri dispositivi. Il rilevatore di fumi emettono 510 mV/m, le casse WiFi 710 mV/m, la Tv 680, il Wlan (internet) 1550 mV/m.
Un mare di onde
A lungo andare davvero troppo. Tanto che l’organizzazione ambientalista “Diagnose: Funk” lancia un forte allarme sulle applicazioni per la casa intelligente che inquinerebbero l’ambiente “fino al più piccolo e remoto angolo”. I campi elettromagnetici forti, lo ricordiamo, possono causare alle persone sensibili mal di testa, irrequietezza, irritazione della pelle e problemi circolatori.
Ma ci si può proteggere dall’elettrosmog con dispositivi domestici intelligenti. Questo mostra una seconda misurazione nella casa svizzera di Mario Hartmann a Winterthur. Lì, i dispositivi emettono solo poche radiazioni, sebbene Mario Hartmann adori la tecnologia. Ha installato interruttori della luce wireless, i sensori sulla facciata segnalano anche tramite un segnale radio quando piove o si scalda. Quindi i lucernari e gli scuri si chiudono automaticamente.
La casa intelligente (e sana) di Hartmann
A Hartmann, a differenza di Sascha Zimmermann, i dispositivi domestici intelligenti non sono collegati al sistema WLAN, ma direttamente a un dispositivo di controllo. Secondo lo specialista in elettrosmog Raschle, intervistato da KTipp: “I dispositivi di casa di Mario Hartmann si accendono solo quando necessario, ad esempio quando qualcuno accende la luce. Pertanto, i campi elettromagnetici sono molto meno forti”. Il risultato è che “Le radiazioni nella casa di Hartmann rispondono alle rigide linee guida dei biologi delle costruzioni”.
Prima di cedere alla comodità della tecnologia e dell’informatica, insomma, sarebbe bene affidarsi a chi, oltre a promettere soluzioni futuristiche, assicuri anche il rispetto della salute di chi vive dentro le quattro mura di casa.